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Sabato sera l'Inter affronterà la Juve a San Siro e sarà la prima di Marotta contro la sua ex società. L'ad nerazzurro non è in cerca di vendette, anche se è rimasta un po' di delusione per l'addio e per i modi in cui il club bianconero gli ha comunicato la separazione.
"Marotta era convinto di rimanere ancora abbastanza a lungo a Torino e solo una manciata di settimane prima di ricevere il benservito aveva rifiutato un’offerta del Milan, che aveva visto respingere la sua corte per fedeltà alla Juventus. Sono bastate, invece, poche settimane dopo l’addio alla Juventus per approdare all’Inter, che si è fatta sotto rapidamente e che rapidamente ha incassato il sì, forse un po’ stizzito nei confronti del suo ex club, dell’amministratore delegato. Da quel momento la centrifuga del calcio ha fatto talmente vorticare i giorni di Beppe Marotta (e, se vogliamo, anche della Juventus) che oggi gli sembra passata una vita e si appresta a ricevere i bianconeri a San Siro senza quella particolare enfasi che richiederebbe un forte sentimento di rivalsa. Con Andrea Agnelli, poi, ha ricucito quasi subito i rapporti diplomatici e adesso può considerarlo tutto tranne che un nemico, vista la solida alleanza politica in Lega Calcio e nelle beghe federali. Nella Juventus, tra l’altro, c’è un esercito di persone a cui è rimasto affettivamente legato, anche se per una questione di buon gusto ha rarefatto le frequentazioni anche telefoniche, nonostante il passaggio all’Inter abbia segnato anche una clamorosa evoluzione tecnologica per il dirigente, entrato nel moderno mondo di Whatsapp dopo anni di sms. Da lì sono partiti messaggi di complimenti per l’ottavo scudetto consecutivo, continuazione del ciclo che lui ha contribuito a costruire nel corso di quelli che lui stesso ammette essere stati, finora, i «migliori anni della sua carriera». In fondo lo scudetto che la Juventus farà sfilare a San Siro nella prima tappa di una trionfale tournée da campioni d’Italia in surreale anticipo, Marotta lo sente un pochino suo, piccola appendice degli altri sette di cui conserva orgoglioso le riproduzioni dei trofei", si legge su Tuttosport.
"In fondo, quello con la Juventus è stato uno scambio equo: Marotta ha portato la sua esperienza, levigata da anni di calcio in cui ha visto e vissuto di tutto, mentre la Juventus ha completato il suo bagaglio insegnandogli cosa significa timonare un transantlatico del pallone. Insieme hanno prodotto il più lungo ciclo di vittorie della storia italiana e gettato le fondamenta per la successiva evoluzione bianconera, quella che Andrea Agnelli sta portando avanti con una squadra dirigenziale ringiovanita e ristrutturata in modo innovativo con l’ambizione di un dominio internazionale. Nel frattempo, in un gioco del destino che rende ancora più appassionante la sfida di sabato, Marotta cercherà di inseguire la sua ex società nell’ambito italiano, con un progetto di ricostruzione che assomiglia molto a quello iniziato nove anni fa a Torino", spiega il quotidiano.
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