00:27 min

ultimora

Marotta, l’ad nato direttore. Ecco perché il nuovo dirigente dell’Inter ha detto addio alla Juve

Andrea Della Sala

Il nuovo ad dell'Inter è approdato a Milano per cercare di ripetere i successi avuti in passato

L'Inter ha un nuovo ad per la parte sportiva, si chiama Beppe Marotta. Ieri la società nerazzurra ha ufficializzato l'ingresso in società del nuovo dirigente. Ecco il profilo di Marotta secondo Corriere dello Sport:

"La parabola di Marotta è l’arrampicata di quello scalatore che, partendo dalla collina più bassa del mondo, sognava l’Everest. Quando era a Varese, la sua Varese panorama terso e aria salubre delle ambizioni più folli, gli dicevano che con la storia dell’apprendista diesse avrebbe potuto fare la fine dell’apprendista stregone. Pensi e speri di riuscirci, alla fine resti molto apprendista e poco stregone. Lui ha percorso la tangenziale dei piccoli passi ma decisi: meglio una mini tappa oggi, ma con arrivo garantito, piuttosto che una folle corsa verso il nulla. Conoscendolo, una cosa lo infastidirà a vita come un’allergia: la patente di inadeguato per via dell’età, 61 anni. E’ questo il manifesto che qualcuno ha affisso per giustificare (cosa?) il divorzio dalla Juve. Come se a 61 anni non ci fosse spazio per i sognatori che hanno già vinto parecchio e hanno prenotato nuovi trionfi".

"Marotta è un aziendalista autonomo. Sembrerebbe una contraddizione, ma tale non è. Aziendalista perché non sgarra di un centimetro rispetto a budget, programmazione e decollo del fatturato. Autonomo perché se limiti la velocità come se fossero 130 chilometri orari sull’autostrada, ne perdi il cinquanta per cento del potenziale. Marotta è l’istinto come antidoto alla routine: se ti siedi, se hai vinto e ritieni che ripetersi sia automatico, è l’inizio della fine. Gli è servito il rapporto con un presidente cerbero come Zamparini, conosciuto ai tempi del Venezia. Dopo un paio di “certo Maurizio, procediamo”, la leggenda (mica tanto) vuole che poi sia stato lui a indicare la via, sintesi di un ribaltamento filosofico. Che poi diventa strategico se hai il carisma e la personalità per gestire, incidere, “gentilmente” imporre. Da Zamparini poi avrebbe preso Dybala per la Juve e si narra che per qualsiasi intoppo/problema la prima telefonata del numero uno del Palermo non prescindesse da Beppe, riferimento fisso", analizza Tuttosport.