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Marotta: “Oaktree e mercato, le linee guida. Curva? Grazie magistratura. Scudetto e futuro…”

Gianni Pampinella Redattore 

La principale rivale per lo scudetto?

"Io credo che la griglia sia sempre la stessa. Oggi siamo al girone d'andata quasi e le favorite sono sempre le stesse. Atalanta, Inter, Napoli, ma Milan e Juve sono pronte a riagganciarsi. Credo che quest'anno uan delle grandi favorite sia l'Atalanta. È un modello da seguire, non certo nei grandi club che è difficile, però ha dato dimostrazione di poter vincere senza spendere tanti soldi".

E Conte?

"Non è un dualismo, io cerco sempre di accendere un pochino attenzione e spingere anche gli avversari alla pressione, ma questo è un gioco, ma c'è grande rispetto. L'aspetto mediatico in Italia è molto sentito, ma sono delle dinamiche di un mondo corretto, c'è grande rispetto tra i protagonisti. Queste schermaglie dialettiche fanno parte del gioco".

Il personaggio più potente nel calcio è Beppe Marotta?

"Io sono una persona che ha raggiunto il pieno della propria esperienza calcistica. Oggi uno degli aspetti che dobbiamo combattere al nostro interno è quello della litigiosità. Dobbiamo essere uniti nel portare avanti un fenomeno che a tratti traballa nel confronto delle altre nazioni europee. Noi dobbiamo rivolgerci al Governo, oggi i grandi problemi sono il Decreto Crescita che non ci dà la possibilità di utilizzare gli stranieri senza agevolazioni. Nel momento in cui abbiamo attuato il Decreto Crescita, nel nostre squadre sono arrivate in fondo a tutte le competizioni europee. Togliendoci questa agevolazione, torneremo ancora indietro. Poco spazio per gli italiani? Basta calibrare il fatto che tu hai questo strumento, partendo per esempio da 2 milioni lordi. Due milioni lordi significa che metti un tetto verso l'alto e il mondo giovanile non viene toccato. Non si va a prendere un giocatore straniero di 16 anni, non hai un vantaggio, non hai uno sconto fiscale. Se porto in casa un giocatore affermato ti puàò far crescere i giocatori".

Futuro?

"Sono amante del mondo del calcio, sono contento della mia carriera e contentissimo di fare il presidente dell'Inter che mi occupa molto. Una delle grosse perché del nostro sistema è non poter garantire lo sport in modo gratuito a tutti i ragazzini. Ancora a lungo all'Inter? Sì, all'Inter sto bene per cui assolutamente spero di dare risultati e contribuire ad ottenerli".

La Champions?

"Bisogna sempre un'occasione per essere. lì e noi ci dobbiamo garantire l'occasione di essere lì. Questo è un atto non di arroganza ma di ambizione sportiva. Quando alcuni miei colleghi dicono "noi dobbiamo arrivare tra le prime 4", io sono sono d'accordo. Bisogna avere la sfacciataggine di avere obiettivi anche utopistici ma credere in questo perché nello sport tutto è possibile. Io cerco di dare quello che ho ricevuto e mi diverto ancora moltissimo, altrimenti non fare questo lavoro. L'adrenalina che ti dà la partita, nell'attività della vita normale non te la dà nessuno".

(Sky Sport)


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