"La terapia è quella di considerare in Italia il fenomeno del calcio rilevante. Solo come contribuenti versiamo un miliardo all'anno e dovremmo essere ascoltati, questo è un dato di fatto. Spesso e volentieri è isolato, la classe . Siamo qui a chiedere un sistema legislativo che riconosca il calcio . Il calcio di élite è fatto . Le risorse che abbiamo a disposizione sono tre grandi. Il discorso della competitività. Noi come il Milan abbiamo aumentato i ricavi, ma due anni fa arrivando in finale di Champions abbiamo tratto circa 100 milioni solo dalla competizioni, quelle sono delle variabili e non cose stabili. Se non vai in una competizione come la Champions perdi tantissimo. La seconda è la valorizzazione di un asset importante come lo stadio. Siamo in Europa il fanalino di coda, ma da decenni. Questo è dovuto a una burocrazia che porta a una lentezza e a una sfiducia da parte di coloro i quali vogliono investire. Lo stadio di Bergamo è stato fatto su quello precedente, ma dovendo rispettare concetti che in altri posti non esistono. Il fenomeno stadio è un fenomeno nazionale, non locale".
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