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Per Andrea Beretta, il 49enne capo ultrà dell’Inter arrestato il 4 settembre per l’assassinio del rampollo di ’ndrangheta Antonio Bellocco, è iniziata una nuova vita come collaboratore di giustizia. Alcune sue dichiarazioni sono state maneggiate con superficialità, sfruttando la succosa citazione di Beppe Marotta. Quella è naturalmente la parte che ha ingolosito i cacciatori di click. Nonostante la smentita dell'Inter al Corriere della Sera. Scrive Tuttosport: "La parte che ha fatto più rumore nelle rivelazioni di Beretta pubblicate ieri dal Corriere della Sera riguardano un episodio che vedrebbe come protagonista il capo ultrà e il presidente dell’Inter Marotta: condizionale è d’obbligo perché Marotta - sempre al Corriere - ha negato con forza l’accaduto".
Quello che non tutti ricordano è che all'interno della società Inter il focus sull'infiltrazione mafiosa è sempre stato acceso. Al di là degli articoli di stampa. Ogni passaggio è stato regolarmente comunicato alla Digos, come si evince anche dai fatti emersi a proposito dei rapporti con la Curva.
A questo proposito è bene ricordare che fu proprio Giuseppe Marotta, arrivato all'Inter in qualità di ad, a chiamare a gestire la sicurezza Gianluca Cameruccio. Il Senior security manager spiegava proprio qualche mese fa: “La mia presenza mostra l’impegno che la società mette nei confronti dei problemi della gestione degli eventuali problemi di criminalità organizzata”. Cameruccio, ex Comandante del Nucleo operativo dell'Arma dei Carabinieri, è stato fortemente voluto da Marotta per alzare ulteriormente l'attenzione sui tentativi di infiltrazione o estorsione. Un fatto questo, che parla più di tante parole.
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