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Masala: “Inter e Milan, così non ci siamo. Serve un’accelerata in campo e sul mercato”

Andrea Della Sala

Del momento di Inter e Milan e delle due proprietà che dovrebbero investire di più sul mercato ha parlato il giornalista Andrea Masala

Del momento di Inter e Milan e delle due proprietà che dovrebbero investire di più sul mercato ha parlato il giornalista Andrea Masala a La Gazzetta dello Sport:

Il derby della prossima settimana in Arabia Saudita può rivelarsi un premio di consolazione per Milan e Inter. I club vincitori degli ultimi due scudetti rischiano di rassegnarsi, già a gennaio, a campare di ricordi e di trofei di seconda fascia. Meglio darsi una mossa, e subito. In campionato i rossoneri restano in corsa, ma spesso pagano caro finali disastrosi. Da qui prende spunto l’avvelenata del tecnico campione d’Italia: altro che il compassato Padre Pioli.

I nerazzurri vivono di fiammate, come la vittoria alla ripresa proprio sul Napoli, per poi raschiare punticini come contro il Monza. In Coppa Italia il quadro ha contorni più scoraggianti. Il Milan si fa eliminare da un Torino bello ma in dieci, l’Inter si salva in rimonta contro il Parma di B, non lo squadrone di Cannavaro, Asprilla e Zola. In casa rossonera monta il malumore anche tra i tifosi più tolleranti. Non tanto per la sconfitta in sé, quanto per come è scaturita: il verdetto sulle seconde linee è impietoso. L’Inter resta in lizza, il Milan quindi dovrà dedicarsi all’Europa. Gli ottavi in Champions appaiono meno proibitivi rispetto ad altre edizioni: il Tottenham per i rossoneri, il Porto per i nerazzurri.

Le due società sono impegnate su un altro spinoso fronte, il nuovo stadio. Il tormentone coinvolge il Comune, il governo e le Sovrintendenze. Ormai lo hanno capito anche i piloni di San Siro: i club vogliono abbattere il vecchio impianto, ma il progetto condiviso della Cattedrale è ritenuto ancora troppo oneroso. Siamo allo stallo, ai dibattiti, ai veti incrociati. L’argomento della casa comune o in proprio è importantissimo, ma non può trasformarsi nell’unica ragione di vita. Okay, le due proprietà sono straniere e hanno sensibilità diverse rispetto chi li ha preceduti. Berlusconi e Moratti, mecenati e tifosi viscerali fin quasi all’autolesionismo finanziario, seguivano modelli di conduzione non più proponibili. L’attuale traguardo principale è la sostenibilità economica. Tutto ineccepibile, ma asettico: qualcosa sul campo bisogna pure realizzarla, come si aspettano gli appassionati.

L’operazione Lukaku, che sembrava una genialata, non decolla. Anzi, diventa un dossier spinoso. Anche la vicenda del rinnovo di Skriniar prende una brutta piega: per il capitano tira aria di addio a incasso zero. I rinforzi non incidono: tra Asllani e Bellanova siamo al “vorrei ma non posso”, al suo secondo anno in nerazzurro Correa sembra già a fine corsa. Inzaghi si arrabatta alla ricerca di una quadratura che sembra una tela di Penelope: non dà l’impressione di poter spingere la macchina a pieni giri.

Lo scenario non è apocalittico, però è meglio preoccuparsi prima che si complichi senza rimedi. Cardinale e Zhang si concentrino anche sull’aspetto sportivo. La città si propone di far viaggiare tutti a 30 all’ora. Milan e Inter puntino al contrario: diano una bella accelerata, in campo e sul mercato, degna di chi ha collezionato dieci Champions. Con il massimo rispetto per le SuperCoppe.