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Chi sorride e balla da sola è l’Inter, che fa il suo dovere. Nel senso che risponde allo scatto in alto della Juve e tiene a meno tre i vicini di casa. Inzaghi e i suoi mantengono le distanze sul podio del campionato, aiutati dal retropensiero di essere a un passo dalla qualificazione nel girone della Champions, che non è poco. L’incrocio con i grandi ex, Mourinho e Lukaku, si portava dietro un ingombrante carico di ricordi, belli e brutti. In certi frangenti si rischia di perdere di vista l’obiettivo principale: sarebbe una delle tipiche situazioni che permettono di appigliarsi al più vario assortimento di alibi. E invece non c’è stato bisogno di destabilizzare l’ex centravanti dell’ultimo scudetto con fischietti e altri strumenti.
L’Inter è al comando non per caso, ma perché mantiene una sua continuità di rendimento e di risultati, come ci si attende da una rosa che stavolta è più ricca di soluzioni rispetto alle dirette concorrenti. La capolista non è sempre brillante, ha faticato parecchio contro un’avversaria sì scorbutica, ma con una proposta di gioco e di qualità non all’altezza delle battistrada. I nerazzurri non si fanno mai sorprendere con la guardia bassa nemmeno con le seconde linee, distillano l’1-0 dopo una supremazia territoriale senza sosta. Il dato ancora più confortante per Inzaghi è la costante crescita di Thuram, figlio d’arte con buon curriculum, ma arrivato in Italia non certo con l’etichetta del killer d’area. Ora il francese ci prende gusto, punta di più la porta e si rivela decisivo. Avanti così, i rimpianti per il mancato ingaggio di Lukaku si azzereranno del tutto.
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