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Andrea Masala, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha detto la sua, sulle colonne della Rosea, in merito alla vittoria dell'Inter col Getafe:
"Nessuna retromarcia, almeno all’estero: Conte avanza ai quarti di Europa League. Molto bene, anche se con un po’ di fatica. Se i nerazzurri vorranno alzare al cielo di Colonia il trofeo, dovranno fare un’altra decisa marcia avanti. Il primo importante appuntamento di coppa si è rivelato tutt’altro che una formalità: la pratica contro il Getafe, non inganni il 2-0, è stata complicata. Chi si aspettava una «partita sporca», cioè Conte, aveva ragione. Non bisogna essere troppo esigenti: ad Antonio serviva una vittoria non soltanto per rimanere in corsa, ma anche per riportare un minimo di sereno. Dopo lo strappo che, a secondo posto acquisito, ha preso in contropiede la società, Conte non si è più avventurato in spericolate scorribande dialettiche".
RAPPORTO CON ZHANG - "Nessuno lo ha ribaltato dalla Cina con furore, ma quel tanto che dovrebbe bastare per fissare indispensabili paletti, giusto per ridefinire ruoli e competenze come nei migliori club continentali. Tregua in società e tutti a testa bassa verso le sfide in Germania campo neutro. Al di là di qualsiasi buon proposito, in casa nerazzurra la settimana del ritorno alle coppe europee è comunque diventata delicata, con il tecnico stesso impegnato a spegnere i fuochi d’artificio da lui stesso accesi. Che magari sono serviti, hai visto mai, in vista delle gare secche, a tenere alta la guardia. Magari… A giudicare dall’avvio a Gelsenkirchen, però, è sembrato che abbiano sortito sì un primo effetto, ma opposto".
INTER-GETAFE - "L’Inter, per diversi tratti di gara, è apparsa svagata e slegata, l’esatto contrario dei collettivi organizzati che un perfezionista come Conte sa di solito presentare. Il Getafe, con una cifra tecnica abbastanza modesta, si è reso addirittura pericoloso. Uno degli aspetti positivi delle ultime uscite dei nerazzurri è la capacità di restare a galla, anche in giornate poco brillanti. È chiaro che, con un Lukaku così concreto e chirurgico, riesci a sfangarla pure se non domini. Di fronte a un avversario che si concede il lusso di sbagliare un rigore sullo 0-1 ci sono altri brividi, come ogni tanto capita a una formazione che, in simili occasioni, potrebbe imporsi di prepotenza".
ERIKSEN - "E tutto avviene con Eriksen spettatore, seminascosto dalla mascherina e dalle scelte del suo allenatore, che lo schiera dall’81’ in poi. Salvo poi esultare per il raddoppio ottenuto con due soli palloni toccati dal danese. Mah. Prima o poi capiremo se Christian può davvero fare parte a tutto tondo del progetto sposato da Conte con l’Inter. Per adesso persiste una zona grigia attorno al prezioso, almeno sul mercato, rinforzo arrivato a gennaio: con una punta di malizia, non eccessiva, si sospetta che l’affare Eriksen sia uno dei punti di frizione tra il tecnico, refrattario al lancio definitivo dell’ex del Tottenham, e la dirigenza. Serve un cambio di passo, non si può sempre sperare nelle magie di Lukaku: chissà che l’avventura agostana in Europa non aiuti tutti a capire anche che cosa vorrà fare da grande il centellinato nordico. A partire da Conte e dalla società, finché resterà il sereno".
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