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Matarrese: “Eriksen? Fossi il padre non lo farei più giocare. L’Inter deve…”

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Le parole dell'ex presidente Figc: "Superlega tramontata? Assolutamente no. Ho parlato con Ceferin e sa che la questione non è finita"

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni di Radio Anch'Io Sport, Antonio Matarrese, ex presidente della Figc, ha parlato così dell'Italia di Roberto Mancini: "Andrei cauto sulla Nazionale, sta crescendo ma bisogna aspettare di vedere come andranno le cose quando arriveranno le partite difficile. Ho conosciuto Mancini anni fa e mi ha sorpreso, non pensavo facesse un lavoro del genere. Sono il suo primo tifoso, ho grande stima di lui. Nel primo tempo con la Turchia abbiamo un po' sofferto, poi le cose sono andare molto meglio. Vogliamo tornare un altro e voglio essere orgoglioso dell'Italia".

Non ha l'impressione che si giochi troppo e che contino più i soldi dei giocatori?

"Il dio denaro si sta impossessando di tutto lo sport, non solo del calcio. Se la UEFA e la FIFA non si rendono conto che vedono parlare lo stesso linguaggio e non vivere in questo conflitto continuo, le Federazioni si indeboliranno, così come il sistema calcio. Ho letto che dietro la Superlega ci sia stata anche la FIFA, in questo modo si sarebbe indebolita la UEFA, e la cosa non può funzionare. Le due organizzazioni non possono litigare, altrimenti le Federazioni non possono fare nulla".

La Superlega è tramontata?

"Assolutamente no. Ho parlato con Ceferin e sa che la questione non è finita. Si fanno sempre le solite manovre dietro le istituzioni. Non è possibile che nessuno sapesse di questo tentativo di alcuni club, che sono sempre gli stesso da anni. La storia di ripete e c'è qualcosa che non va".

Tornando all'Europeo. Mancini fa rima con Vicini: trova delle analogie?

"Mancini ha lo stesso stile e lo stesso garbo di Vicini. Sono tranquilli e la tranquillità porta ai risultati. Per il momento ci sta riuscendo. Sarà a Londra per le fasi finali, ospite della UEFA, spero che ci possa essere anche l'Italia. Nel '94 dissi che era impossibile che l'Italia non arrivasse in finale. Dico la stessa cosa anche quest'anno".

"Se fossi il padre non lo farei più giocare. La sua carriera deve chiudersi qui e anche la società, in questo caso l'Inter, deve prendere provvedimenti".

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