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L’esonero di Rafa Benitez da parte del Real Madrid, con la conseguente nomina di Zidane come allenatore è arrivato anche a Los Angeles dove si trova ora Marco Materazzi. Ecco il suo commento rilasciato alla Gazzetta dello Sport: “Ho altro da fare che brindare a un licenziamento o pensare che è un passaggio di consegne fra i miei grandi “nemici”: ognuno prende la sua strada. Non sarebbe corretto infierire ora, quello che dovevo dire l’ho già detto."Dunque se lo aspettava? «Lo avevo anche previsto: ho sbagliato solo di una decina di giorni. Puoi essere il migliore del mondo ma non vai lontano se non hai empatia con i giocatori, se non riesci a legare con quelli che hanno più personalità e se non hai dalla tua parte chi non fai giocare: sono loro quelli che ti aiutano nei momenti difficili». Quanto hanno inciso i tifosi nella scelta di Perez?«Madrid è una piazza difficile, non basta essere scelto dal presidente per avere un’immunità. Ai tifosi non basta vincere 1-0 e se segni tanti gol non gli basta una difesa che ne prende troppi: Benitez era un allenatore a rischio, in questo senso». Crede che Rafa cambierà? «No, conoscendolo: ha sempre gli stessi problemi e se arrivando a Madrid invece che cercare di creare un buon rapporto con Cristiano Ronaldo si attacca al carro di Bale, io questo lo chiamo un film già visto. Il primo giorno alla Pinetina c’erano quattro giocatori: lui si mise a chiacchierare con Zanetti, Cambiasso e Cordoba e non degnò di una parola Chivu. Il fatto che parlassero la sua stessa lingua era un po’ debole come scusa». E Zidane la convince? «O tornava Ancelotti, o davano la squadra a lui: non vedevo altra strada. È una scelta che ha una sua logica: Zidane nello spogliatoio può far valere il peso della sua personalità e il fatto di aver già lavorato con diversi giocatori, o comunque in quell’ambiente. Ma per lui non sarà una passeggiata: i grandi ex giocatori che passano in panchina, dopo 2-3 partite sono già condannati a fare risultato. Io comunque, e non sono ironico, dico in bocca al lupo a lui e a Santiago Solari».
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