LEGGI ANCHE
È un derby agli antipodi, questo, per come ci arrivano Inter e Milan. Che cosa vuol dire? Quali rischi corrono i nerazzurri?
“Beh, di solito è uno svantaggio approcciarsi al derby in questo modo, di solito vince chi sta peggio. Ma parliamo dell’Inter. Parliamo di una squadra che da due anni è la più forte in assoluto in Italia: a prescindere da chi gioca, l’identità è sempre quella. Manchester è stata esemplare in questo senso”.
Che cosa le piace maggiormente dei nerazzurri?
“La sicurezza che trasmettono, contro qualsiasi avversario. E questa cosa rasserena pensando al derby. Visto Zielinski contro il City? Pareva gioca all’Inter da una vita. Adesso quasi non si capisce più chi è titolare e chi no in squadra: chi va in campo dà sempre una risposta all’altezza delle aspettative. Quest’anno in rosa hai messo dentro Zielinski e Taremi, che hanno mandato in panchina Lautaro e Mkhitaryan. E lo dico al di là del pareggio di Monza: non ci fosse stato l’eurogol di Mota, sono convinto che Inzaghi avrebbe portato a casa pure quella vittoria”.
Qual è il rischio da non correre domenica?
“Non pensare ai sei derby consecutivi già vinti, perché ti farebbero scendere in campo troppo leggero e non sarebbe una buona cosa. Quelle sono partite che hanno dentro sempre alcune componenti che sfuggono alla logica. Detto questo, ho in testa la settima vittoria di fila, so bene quel che significherebbe. E poi c’è quel numero…”.
Cioè?
“Si gioca il 22… come il 22 aprile no? È un buon segno per l’Inter”.
Ha sentito le parole di Ibrahimovic? Ha detto che è il boss e comanda lui…
“Mah, non mi fa nessuna impressione onestamente. Diciamo che sono parole che fanno parte del personaggio. Mi viene da dire questo, da tifoso dell’Inter: spero che il Milan non riprenda mai Paolo Maldini…”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA