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In questo periodo di emergenza in cui tutti siamo costretti in casa, l'ex difensore dell'Inter Marco Materazzi ha riflettuto su tanti temi e ha provato a stilare un elenco di ciò che gli è piaciuto e cosa no.
COSA MI È PIACIUTO:
1) I TIFOSI DELL'ATALANTA— Con le loro maglie da ultrà e le mascherine, i tifosi dell’Atalanta al fianco degli alpini nei giorni della costruzione dell’ospedale da campo di Bergamo.
2) LA "RIVINCITA" DI ZANIOLO — Il destino toglie, il destino ridà. Nicolò Zaniolo ha vent’anni e tanti Europei davanti, ma il dolore per la rottura di quel crociato era stato un rumore sordo come il pensiero che gli era rimbalzato in testa per un po’: poteva essere il “mio” Europeo, e non ci sarò. Potrà esserlo, e ci sarà: il rinvio di un anno gli ha restituito una chance.
3) LA SCELTA DI BREHME — Ognuno di noi ha ricordi legati alla carriera di cui è geloso. Anche molto geloso. Andy Brehme sa cosa vuol dire essere in difficoltà, vedersi crollare il mondo addosso: un paio di anni fa un crack finanziario lo ridusse praticamente sul lastrico. Andy Brehme però sa anche cosa vuol dire riconoscenza, non dimenticare il proprio passato: anche se questo significa regalarne un pezzo. Bello leggere di quei due palloni della sua collezione privata, uno ufficiale del Mondiale ‘90 in edizione speciale con disegni rossi, all’asta per raccogliere fondi per il nostro Paese colpito dal Coronavirus. La sua Italia: nel suo caso, non solo per modo di dire.
4) UN PO' "ITALIANI" — Non sarò io a giudicare i calciatori stranieri che, appena possibile, hanno preso un aereo per raggiungere i loro Paesi: storie troppo diverse e personali per dire se è stata la scelta giusta o sbagliata. Di sicuro mi è piaciuto vedere Lautaro Martinez e Paulo Dybala restare in Italia.
5) L'INCONTENIBILE PAPU— Sarà che per uno che non sta mai fermo e zitto un periodo così dev’essere stato una sofferenza doppia, ma davvero da un mese il Papu Gomez una ne fa e cento ne pensa. Ieri se n’è inventata un’altra, e ha coinvolto anche me: non posso rovinare la sorpresa.
COSA NON MI È PIACIUTO
1) RONALDINHO TRISTE — Credo di non aver mai avuto, fino a qualche giorno fa, un ricordo visivo di Ronaldinho senza almeno un accenno di sorriso in faccia, quando non erano i suoi dentoni sparati e gli occhi che brillavano: solare, non mi viene altro termine. C’è sempre una prima volta, purtroppo: vederlo triste, lo sguardo perso nel vuoto, come se si chiedesse “perché io, perché il carcere?”, mi ha fatto male.
2) LE MASCHERINE SOVRAPPREZZO — Che triste quell’uomo che si definisce di calcio che, sul sito della sua azienda, ha messo in vendita delle mascherine protettive a 3 euro e 50 l’una.
3) GLI INDISCIPLINATI — L’ultimo l’ho beccato al supermercato l’altro giorno: senza mascherina, senza guanti, provava anche a saltare la fila, e così si avvicinava per forza troppo. Ho capito di essere invecchiato perché l’ho solo massacrato con lo sguardo, senza aprire bocca.
4) METTETEVI D'ACCORDO — A proposito: mi pare che anche i dirigenti dei nostri sport, non solo del calcio (vero, volley?), a volte facciano ancora un po’ fatica a mettere gli interessi comuni davanti a quelli “personali”. Mi dicono di riunioni fiume dove si litiga su tutto, posizioni lontanissime, pochi punti in comune, tutti contro tutti, anche sulle questioni più urgenti.
5) BRAVO CARMELO — Mi sono appassionato a “Le storie degli altri” di Carmelo Abbate: mi piace come dà voce alla gente, quello che gli scrivo io - perché gli ho scritto - ha esattamente lo spazio di quello che chiunque ha voglia di scrivergli.
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