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Getty Images
Lothar Matthäus, ex centrocampista tedesco dell'Inter, in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sportha parlato del derby in programma domani alle ore 18.
Matthäus, i tifosi avrebbero preferito giorni più tranquilli...
"Sono giorni bellissimi, invece. È per partite come queste che amiamo il calcio, mi manca giocarle. San Siro, poi, nel derby è unico per questa rivalità che accende la città. La sfida col Milan è la cosa più bella che mi porto dall'Italia, assieme a quella a Napoli contro il mio amico Diego".
Riavvolga, allora, la memoria ai suoi sei derby giocati.
"Ne ho vinti tre, nell'anno dello scudetto col Trap è stato un successo chiave, poi l'anno dopo ho segnato in un 1-3 con doppietta di Serena. Il portiere Pazzagli per poco non mi parò il rigore... Ma quello era un Milan da applaudire, la squadra migliore d'Europa. Li ammiravo davvero, ma non sempre la bellezza è vincente, a volte devi essere compatto per farcela. Noi lo eravamo e avevamo una chiave per batterli: far arrivare la palla da Zenga a Serena nel più breve tempo possibile. Il resto veniva da sé...".
E la chiave adesso qual è ?
"Avrei detto Lukaku. Mi ha sorpreso rivederlo a Milano dopo un anno, ma l’atmosfera a Londra si era fatta pesante: troppe chiacchiere uccidono la concentrazione... L’infortunio, però, non ci voleva e allora dico Lautaro: sa come colpire, può dare fastidio al Milan, mi piace perché suda per ogni palla e senza Romelu sa già cosa fare. E mai sottovalutare l’orgoglio di Dzeko».
Il suo amico Klinsmann ha detto che Barella sta diventando un piccolo Matthäus: esagerato?
"Penso che Jurgen si riferisca allo stile e alla posizione, al lavoro per la squadra. Io sono arrivato a Milano a 27 anni e lui ne ha 25 ora che è alla quarta stagione... Ha tempo di crescere e, se lo farà nella maniera giusta, come ho fatto io, può diventare il migliore in assoluto nel suo ruolo. E per Mancini la base della ricostruzione. C'è una parola italiana che mi piace, "trascinare": ecco Barella trascinerà".
Ma trascinerà col Bayern?
"Credo che l'Inter debba credere al secondo posto superando il Barça. Questo Bayern, invece, è una macchina: se Lewandowski riempiva l'area, ora ci sono tanti talenti velocissimi che ci arrivano di slancio. Musiala è eccezionale, Neuer il miglior portiere al mondo e Mané una benedizione: positivo, sorridente, oltre che fortissimo. E pure De Ligt tornerà al top: per me giocava meglio all'Ajax, forse non era facile con Bonucci e Chiellini...".
Ma ci sarà pure un modo per impensierire questo Bayern?
"La linea difensiva è alta, la puoi attaccare alle spalle in velocità come ha fatto Thuram del Borussia Monchengladbach. Servirebbe proprio un Lukaku o magari un Leao, il milanista più pericoloso in un derby che sarà molto aperto...".
E la sfida col Bayern nella Uefa 88-89 la ricorda?
"La vorrei dimenticare... La corsa di Berti nel 2-0 a Monaco ha fatto storia, ma mi fa più male pensare a quei 7' a San Siro in cui ne abbiamo presi 3 senza un motivo. Dopo il gol di Serena, il loro portiere, Aumann, aveva i magneti al posto delle mani. Ha fatto la partita della vita".
Stupito che Gosens abbia rischiato di tornare in Germania?
"Il problema è che l'Atalanta, con tutto il rispetto per il cammino incredibile fatto in questi anni, non è l'Inter: lì non fa le stesse corse e forse è anche meno libero di testa. Ma serve solo tempo. E non credevo molto alle voci sul Bayer Leverkusen...".
Perché, non le sarebbe piaciuto rivederlo in Bundesliga?
"Al contrario, il nostro campionato è un orgoglio, il movimento sano con tante squadre interessanti, non solo il Bayern. Avremo pure perso Lewa e Haaland, ma abbiamo nuovo stelle, da Mané a De Ligt. Non avremo i soldi della Premier, ma i migliori giovani stanno qua. A volte noi tedeschi ci consideriamo meno di ciò che siamo e invece qui ogni gara è una festa. Negli stadi vedo la differenza tra i nostri movimenti".
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