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A volte si trascurano i controlli medici, qualcuno era sfuggito anche a lei?
—«Faccio controlli con regolarità, ultimamente anche con maggiore frequenza. Mia sorella è morta per un cancro all’intestino e sono inserito in questo screening, ho avuto il Covid e mi sono beccato una brutta polmonite, il colesterolo era un po’ alto e quindi lo controllavo e facevo visite cardiologiche. Insomma, tutto mi sarei aspettato tranne l’infarto. Era scritto così. Ma le ripeto, sono un uomo fortunato. Ci sono tre cose in particolare a cui penso continuamente da quel giorno…».
Dica.
—«Ho avuto la lucidità di fermarmi; con me c’era un amico che conosce il primario dell’ospedale di Catanzaro; l’ambulanza è arrivata in sette minuti».
Ha uno stile di vita sano?
—«Assolutamente. Qualche volta eccedo un po’ col mangiare. Ed eviterò di farlo in futuro. Anche quando giocavo, i miei stravizi li facevo al pomeriggio! Nel senso che non sono mai stato uno dalle grandi giravolte! Niente feste fino all’alba, né chissà quali serate a bere e far baldoria».
Fuma?
—«Non più da 15 anni, fumavo quando giocavo. Anche un pacchetto al giorno. O forse meno, visto che Platini rubava le mie sigarette!».
Ci racconta il momento in cui ha cominciato a star male?
—«Un dolore fortissimo al petto, mi sono fermato perché non riuscivo a respirare. Non ho pensato a nulla, speravo soltanto che passasse in fretta. Il mio amico invece è stato tempestivo e ha chiamato i soccorsi. Cinque minuti dopo essere arrivato in ospedale ero già in sala operatoria. In ambulanza, sì, mi sono passate tante cose per la testa. Anche l’infarto, speravo facessimo in fretta...».
Il primo pensiero dopo?
—«Che ce l’avevo fatta, ho pensato alle cose belle della vita, a tutte quelle a cui Luca (Vialli, ndr) ha dovuto rinunciare, alla ricerca che ha bisogno ancora del sostegno della nostra Fondazione, alla mia famiglia, agli amici. A tutte le piccole e grandi cose. Al padel, al golf che sono gli sport che mi piacciono tanto».
La paura è passata?
—«È più forte la felicità di poter parlare, sorridere, raccontare. No, ora non ho paura. So però che dovrò controllarmi con più scrupolo. La fortuna non bussa mica sempre».
(Corriere della Sera)
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