Che cosa serve ancora ad Allegri e alla Juventus per vincere lo scudetto?
—«Due cose. La prima è Chiesa: venderlo sarebbe pura follia, ma c’è bisogno del miglior Federico. La seconda è un gioco nuovo, diverso da quello delle ultime due stagioni. Allegri deve ricreare l’entusiasmo che c’era all’inizio del ciclo dei 9 scudetti, quando il pubblico veniva trascinato dallo spirito dei giocatori e gli avversari entravano in campo impauriti. Lukaku o non Lukaku, partirei dal gioco. Romelu è devastante negli spazi, è vero, ma non è che se arriva lui basterà chiudersi dietro e lanciare lungo sul belga. Conte ha esaltato Lukaku in modo diverso, partendo dalla cura della condizione fisica. Romelu al cento per cento fa la differenza in Italia. Ma se non è al top, come è successo in parte lo scorso anno, diventa quasi inutile».
C’è dell’altro?
—«È vero che i gol e le vittorie hanno la magia di cancellare il passato, però all’inizio Lukaku dovrà conquistare i tifosi bianconeri: “Mai alla Juve” lo ha detto lui. E nemmeno troppo tempo fa. Per carità, non è il primo e non sarà l’ultimo: penso a Capello, Higuain, Sarri...».
A bruciapelo: Vlahovic diventerà un rimpianto per la Juve?
—«Per il futuro, sì. Ma non per quello che ha mostrato in questo anno e mezzo a Torino».
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