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Mauro sullo Scudetto: “Come si fa a non mettere favorita l’Inter? Soprattutto se…”

Matteo Pifferi

Massimo Mauro, ex calciatore ed attuale opinionista, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del campionato ai nastri di partenza

Massimo Mauro, ex calciatore ed attuale opinionista, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del campionato ai nastri di partenza.

Il campionato inizia: qual è la squadra favorita per la vittoria dello scudetto?

"Vado per esclusione. Il Napoli mi sembra fuori dalla griglia scudetto, al suo posto metto la Roma. La Juve ci sta per il mercato che ha fatto, ma mi sembra che non abbia i numeri per lo scudetto: davanti serve un attacco da 50 gol, secondo me con Di Maria, Chiesa e Vlahovic arrivi a 35 e non basta. Il Milan campione è candidato d’obbligo, io però dico Inter: ha l’organico migliore, con un attacco con Lautaro, Lukaku e Dzeko come fai a non metterla favorita? Ha confermato la difesa, in mezzo ha preso un giocatore fantastico come Asllani: se non vende Skriniar è davanti a tutti».

Quale potrebbe essere la formazione in grado di sorprendere?

"La Roma non ha niente da invidiare alle migliori. Dipenderà molto dalla disponibilità degli attaccanti a soffrire, una delle virtù che ricordiamo dell’Inter di Mourinho: Pandev, Eto’o, Milito, Sneijder non avevano la puzza sotto il naso se c’era da fare i difensori; Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham un po’ li ricordano. Dietro quell’Inter era più forte, ma in mezzo Matic e Cristante sono una garanzia. Mou ha una rosa più profonda di un anno fa, e lui è l’ideale nella gestione degli uomini per tirare fuori qualcosa in più dal loro temperamento. Senza infortuni può inserirsi per lo scudetto".

Tra i singoli, chi potrebbe essere il giocatore decisivo nella stagione?

"Dico Charles De Ketelaere: è un giocatore completo, universale, capace lì al centro del gioco di dare qualcosa di più di Diaz e andare oltre la partenza di Kessie. La politica del Milan, affidarsi al progetto più che ai nomi, cambiando poco ogni anno senza stravolgere la struttura, è l’impronta dei cicli vincenti. Aggiungo anche Pinamonti: al posto dell’Inter non l’avrei mandato via, in una squadra come il Sassuolo che gioca bene e segna magari è arrivato a 20 milioni e anche lui se ne va a 40...".