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Maxi recupero, il prof. Cei: “Scelta che andava concordata con i calciatori”

Maxi recupero, il prof. Cei: “Scelta che andava concordata con i calciatori” - immagine 1
I giocatori risentono di questi prolungamenti inattesi? La risposta di Alberto Cei, prof di psicologia dello sport all'Università di Tor Vergata

Marco Astori

E' il maxi recupero l'innovazione promossa dal Mondiale del Qatar: in quasi tutte le partite sono stati infatti concessi lunghi extra-time, senza però dare alcun preavviso. Il Corriere della Sera analizza così questa decisione: "Il Mondiale è stato scosso dall'entità dei re cuperi che ora inglobano anche il tempo perso per l'esultanza del gol. Iniziativa che, vista la sorpresa generale, sembra frutto di una decisione della sola Fifa. Il tempo effettivo è stato, da anni, oggetto di discussioni che si sono calmate attorno ai 55 minuti raggiunti con la scelta adottata dall'Italia (1993) e che poi si è propagata, con lo stesso risultato, in ogni Lega e Coppa europea. Anche in questo Mondiale i primi dati segnalano un tempo effettivo di circa 56 minuti: sembra uno scalino insormontabile a prescindere dalla modalità del recupero.

Vuoi il vero tempo effettivo? Cronometro in mano per misurare ogni interruzione del gioco; sono circa 100 ogni partita, proteste comprese. Circa 40 sono solo le rimesse laterali. Ma i giocatori risentono di questi prolungamenti inattesi? La risposta di Alberto Cei, prof di psicologia dello sport all'Università di Tor Vergata e S. Raffaele di Roma, fa riflettere: «Gli attori principali delle partite sono i calciatori e in loro la certezza dell'inizio e della fine della partita determina, negli anni, la costruzione di una mentalità che gli permette di essere pronti al fischio dell'arbitro. Gli schemi mentali dei calciatori comprendono non solo "cosa fare" ma anche "quando fare" all'interno di un periodo di tempo definito di 90 minuti a cui si sommano, da molti anni, circa 5 minuti di recupero.

Tutto nella vita dei calciatori viene organizzato per consentirgli di esprimersi al meglio in questo periodo di tempo, vissuto con grande stress mentale nelle partite importanti come quelle di un M0ndiale. L'allungamento anomalo del tempo di recupero mai sperimentato nei campionati, mette a dura prova la tenuta fisica e mentale delle squadre. È come se un corridore allenato a correre i 5.000 scoprisse ai Mondiali che la distanza è stata allungata di 1.000 metri. Quale che sia la ragione per introdurla, si doveva concordarla con chi produce le prestazioni, i calciatori, che avrebbero dovuto avere il tempo per allenarsi a giocare con questa nuova procedura»".

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