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Mazzarri: “Dopo l’Inter dovevo riflettere. Watford? Qui per 5 motivi”

Ha parlato, non solo di Inter, Walter Mazzarri, intervistato dal Corriere dello Sport

Riccardo Fusato

Ha parlato, non solo di Inter, Walter Mazzarri, intervistato dal Corriere dello Sport: "Come vivo qui in Inghilterrra? Abito a venti minuti d’auto dal centro sportivo, arrivo la mattina e lavoro fino alle 6 o le 7 del pomeriggio. Come a Napoli e a Milano, appunto. Potrei andare più spesso a Londra, in auto si impiega meno di un’ora, ma se becchi il traffico sei finito. Ci sono stato qualche volta nei giorni di riposo. Quando fai il mio mestiere, il posto, la città incide poco. A che punto è la mia carriera? Dopo l’Inter mi sono fermato per riflettere, per capire e ripartire. Non penso mai allo stato della carriera, non posso dire se Watford è un punto d’arrivo o di ripartenza, non lo so. Non mi pongo il problema. Quando ero alla Samp, pensavo solo a far bene in quella società, così come prima col Livorno, la Reggina e dopo col Napoli e l’Inter.Perché ho scelto proprio Watford? Per almeno cinque ragioni. La prima: con Pozzo avevo avuto tre o quattro contatti negli anni passati ma per un motivo o l’altro non eravamo mai riusciti a lavorare insieme, è un presidente italiano che ha le mie stesse idee sul calcio. Cercavo un programma condiviso fra tecnico e società e qui l’ho trovato. Posso dirle che proprio dalla Premier League avevo avuto un paio di richieste da club più prestigiosi, ma io volevo il programma, non solo la panchina, volevo lavorare come piace a me. La seconda: in Italia non avevo più nulla da dimostrare a me stesso. La terza: come conseguenza avevo bisogno di trovare nuovi stimoli. La quarta: quando in Champions League ho incontrato il Chelsea e il Manchester City, sono rimasto affascinato, anzi, folgorato, dall’ambiente degli stadi inglesi, dal clima che si vive prima e durante la gara. A ogni partita del Watford mi sembra di giocare in Champions per la scarica di adrenalina. La quinta: oggi la Premier League è il campionato più importante al mondo, quello con maggiore visibilità, e se fai bene qui puoi andare ovunque. Passo indietro nella mia carriera?

Non lo è. Ho già detto che il calcio inglese è il top del pianeta e qui ci sono grandi allenatori con cui mi posso confrontare. Da un punto di vista calcistico, questa è una situazione simile a quella di Napoli. Io sono arrivato nel 2009, il Napoli era tornato in Serie A nel 2007, dovevamo ricostruire e siamo cresciuti insieme, la squadra ed io. Dovevamo iniziare un ciclo, come qui a Watford. Per questo ho firmato un contratto triennale. A Napoli, i risultati più importanti sono arrivati dopo la prima stagione. Qui, per il momento, sta andando tutto bene: nella sua storia, il Watford non aveva mai avuto una partenza così lanciata"

(Corriere dello Sport)

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