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Mazzarri “tradito” dal suo cavallo di battaglia. E dopo un anno e mezzo l’Inter è…

Riccardo Fusato

Siamo solo agli inizi di novembre, ma ormai 1/4 di stagione è agli archivi e la situazione in casa Inter non volge al sereno. Mazzarri sta lottando per dare un’identità all’Inter, ma a settembre è stato tradito anche dal suo cavallo...

Siamo solo agli inizi di novembre, ma ormai 1/4 di stagione è agli archivi e la situazione in casa Inter non volge al sereno.

Mazzarri sta lottando per dare un'identità all'Inter, ma a settembre è stato tradito anche dal suo cavallo di battaglia e cioè i pochi infortuni che hanno sempre contraddistinto le sue squadre. I tifosi nerazzurri infatti si erano abituati bene anche perchè reduci dall'ecatombe che aveva colpito la gestione Stramaccioni, che tra l'altro era costata il posto al preparatore atletico Rapetti. Inoltre, lo scorso anno gli stop erano stati ridotti al minimo, mentre nelle ultime settimane gli infortuni si sono sommati e adesso l’infermeria è piena. Hanno contribuito le nazionali (lì guai muscolari per Osvaldo e Nagatomo) e ci sono stati infortuni traumatici (M’Vila e D’Ambrosio), ma non sono mancati fastidi muscolari in passato “sconosciuti” (Campagnaro, Jonathan, Hernanes, Guarin...).

Ma non è tutto; Mazzarri deve anche rispondere del fatto che l'Inter dopo un anno e mezzo di guida tecnica sia ancora un cantiere sia sotto il profilo del gioco, sia sotto l'aspetto psicologico. Sabato sera, infatti, per l'ennesima volta, era già successo a Palermo e Firenze, la squadra ha sbagliato l'approccio alla gara. Lui stesso, il tecnico, sa benissimo come la sua squadra quando va in svantaggio incontri difficoltà importanti e il fatto che il gioco latiti molto è un aggravante. Specialmente adesso che non ci sono gli esterni in grado di creare la superiorità numerica o occasioni con cross precisi.