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Getty Images
Intervenuto ai microfoni de Il Mattino, Sandro Mazzola, ex calciatore dell'Inter, ha parlato così del percorso all'Europeo della Nazionale di Roberto Mancini e non solo.
Cosa vuol dire vestire la maglia numero 10 in Nazionale?
«Quando venivo convocato in Nazionale tutti noi lo volevamo, ma non lo dicevamo mai. Solo sottovoce. Era un sogno. Io l'ho indossato tanto con l'Inter, meno con l'Italia. Ma per me quel numero rappresenta tutto. Perché era il numero di mio padre. L'emozione più grande è stata quando ho indossato la numero 10 con le giovanili: mi sembrava un sogno che si realizzava».
A proposito di numeri 10: Che effetto le fa Mancini da ct?
«È ancora un numero 10. L'altro numero 10 della Nazionale. Fa tante cose che all'inizio non capiamo, ma poi alla lunga vengono fuori dimostrandosi decisive. Ha conservato la stessa genialità di quando era in campo. La testa è sempre quella. Quando opera un cambio prima dici mah, poi dopo 5 minuti ti ricredi Aveva ragione anche stavolta».
E l'Italia le piace?
«Tanto. La sensazione è che l'allenatore sia entrato nella testa dei giocatori portandoli anche oltre le loro possibilità iniziali: martella col pensiero. E poi ha avuto il merito di riavvicinare gli italiani all'Italia».
Contro la Spagna che partita sarà?
«Di sicuro non sarà una passeggiata, ma noi non siamo male. Noi siamo tosti. Mi sa che ci faranno divertire ancora».
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