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Mazzola: “Beckenbauer? Duro come l’acciaio. All’Azteca mi disse…”

Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Le parole dell'ex capitano nerazzurro e attaccante dell'Italia sul difensore scomparso nella giornata di ieri

Per Sandro Mazzola, Franz Beckenbauer ha rappresentato la paura di giocare una partita. L'ha raccontato ai microfoni di Repubblica dopo la notizia della scomparsa dell'ex difensore tedesco: «Non mi era mai successo prima, e non mi è mai successo dopo. Era il 17 giugno 1970, stadio Azteca, prima che cominciasse Italia Germania. Quell’Italia-Germania lì. Arrivo a centrocampo, gli stringo la mano, lui mi guarda negli occhi e mi dice: vediamo cosa sai fare. Un inglese semplice, duro, che si capiva facile».

In campo, com’era Beckenbauer?

«Un campione. Organizzava la difesa e anche il centrocampo. A parole e a gesti. Se ti marcava, sapevi che era difficile toccar palla. E se non ti marcava, faceva in modo che qualcuno dei suoi compagni ti fosse addosso. E che piedi. Valcareggi aveva uno schema per contenerlo. Io dovevo prenderlo subito, al limite della loro area, e accompagnarlo con le buone o con le cattive verso un mio compagno pronto a portare il raddoppio. Un trattamento che al tempo non si riservava ai difensori. Che giocatore Beckenbauer. Sapere che non c’è più mi spiace davvero. Era duro come l’acciaio ma correttissimo. Cercava sempre la palla, mai il piede. Averne di giocatori così. Meglio se nella tua squadra».



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