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Via, non scherziamo, è una squadra schiacciasassi. Come negarlo?
—«Anche il Real del 1964 lo era. E come finì?».
L’anno dopo lei rivinse la coppa, a Milano...
—«Ricordo una partita sofferta contro il Benfica e la finale decisa da un tiraccio che passó sotto la pancia del portiere portoghese, si chiamava Pereira mi sembra. Quella sera il vecchio San Siro era pieno, furono venduti 77.000 biglietti e non c’era il terzo anello».
Vabbè, torniamo all’oggi. Non è troppo ottimista per stasera?
—«In 90 minuti di calcio spesso non vince la squadra più ambiziosa e forte. La spunta chi è più furbo».
Un Mazzola 21enne e scatenato c’è nell’Inter?
—«Non ne ha 21 ma Lautaro puoò ripetere quello che combinai io al Prater: doppietta e coppa a Milano».
Gioca Dzeko con il Toro. Scelta giusta?
—«Avrei messo Lukaku subito, dal fischio d’avvio. Il belga è un Frecciarossa, chi lo ferma?».
Il City, da par suo, ha Haaland: come limitarlo?
—«Non conosco quel signore, conosco soltanto Onana, Acerbi, Bastoni e altri bravi ragazzi».
Non conosce neppure Pep Guardiola?
—“Scherzavo prima, Pep è uno dei tre-quattro mister che hanno cambiato il calcio».
L’Inter ha un’arma segreta: il catenaccio?
—«Del quale nessuno si deve vergognare. Con Helenio Herrera abbiamo vinto tutto con quella tattica»”.
Uno simile ad HH non c’è più stato, vero?
—«Mourinho, il suo Triplete fu entusiasmante».
Stasera due possibili jolly per Inzaghi?
—«Brozovic e Barella. Ma se avesse un Sandro Mazzola...».
(Libero)
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