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Erano in tanti a raccontarle di Valentino?
—«Gianni Brera mi disse che era stato il più grande giocatore italiano della storia. Anche per Boniperti era così. La Juve cercò due o tre volte di comprarmi, ma io quella maglia non avrei mai potuto indossarla. Un altro che mi parlava di papà era l’artigiano calzolaio di via Olmetto, a Milano, che gli cuciva gli scarpini da gioco. Ci andai anch’io: ero solo un ragazzo, e dopo si trattava di pagarle. Risparmiavo 25 lire a settimana sulle corse dei tram che l’Inter mi rimborsava, andavo a piedi e così mi compravo le scarpe. Oppure, me ne facevo passare un paio da qualche giocatore più anziano, solo che mi andavano sempre larghe. Quando finalmente diventai titolare, quell’artigiano le scarpe me le fece gratis».
Mazzola, lei come sta oggi?
—«Me la cavo, ogni tanto qualche ricordo sparisce ma non i più lontani: quelli, li tengo stretti. Diciamo che sono abbastanza in forma e posso giocare gli ultimi dieci minuti. Ma non al posto di Rivera, eh: io e lui quei dieci minuti li giochiamo insieme! Entro all’ottantesimo e faccio gol».
(Repubblica)
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