ultimora

Mazzola: “Mou come Herrera. ’64? Suarez mi disse: tu guarda Di Stefano che noi…”

Riccardo Fusato

Ci sarà anche lui, e non poteva certo mancare, alla festa per i 50 anni della conquista della Grande Inter della prima coppa Campioni; stiamo parlando di Sandro Mazzola che, insieme ad altri eroi, sarà presente questa sera al Palazzo della...

Ci sarà anche lui, e non poteva certo mancare, alla festa per i 50 anni della conquista della Grande Inter della prima coppa Campioni; stiamo parlando di Sandro Mazzola che, insieme ad altri eroi, sarà presente questa sera al Palazzo della Regione Lombardia,per rievocare quella notte da sogno ed esattamente il 27/05/1964.Sandrino Mazzola non sta nella pelle: “Quando realizzo che è passato così tanto tempo non mi sembra vero e quasi devo riprendermi… Quella notte è il ricordo più bello della mia carriera, e pensare che per me la partita sembrava già finita quando segnai l’1-0, perché credevo non si potesse far di più che segnare in Coppa Campioni al Real. Poi arrivo la doppietta e l’assist per Milani: incredibile.  Prima della partita, passando sotto le tribune dello stadio che a quel tempo era illuminato solo da lampadine, vidi Di Stefano, per me il dio del calcio. Lo avevo sempre visto in tv, all’osteria vicino a casa; dal vivo mi pareva alto due metri e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, fino a che Suarez mi disse “Noi andiamo a giocarci la finale, tu resta pure qui a guardare Alfredo».

Impossibile frenare le emozioni, che sgorgano senza sosta nel film di quella notte: «A fine partita cercavo proprio Di Stefano per avere la sua maglia e invece mi ritrovai davanti Puskas, che mi disse: “Bravo ragazzo, sei davvero degno di tuo padre, tieni la mia maglia”. Fu un onore». E il futuro? «Non è passato molto dalla Champions del 2010, che ha molte analogie con la Coppa del ‘64, a partire da Mourinho, un allenatore abituato come Herrera ad allenare prima la testa e poi le gambe. Guardando avanti la speranza è di non fermarsi a un solo successo ma aspirare a una lunga serie di vittorie. Ricordare il passato potrebbe essere d’ispirazione"