Il calcio omaggia Pelé, il più grande dei grandi. A Repubblica, Sandro Mazzola, che affrontò la leggenda brasiliana nella finale dei Mondiali del 1970 in Messico, lo ricorda così:
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Mazzola: “Pelé? Per me il più grande di sempre. Prima della finale del ’70 mi disse…”
"C’è stato Pelé, e poi tutti gli altri. Lo guardavo giocare, lì, sullo stesso campo e non credevo ai miei occhi. Era a due metri, ma era sulla Luna. Oggi se ne va una parte di me".
Qual è il suo primo ricordo della finale del '70?
—«Entrammo in campo per il riscaldamento e guardavamo soltanto lui, come si muoveva, cosa faceva. Gli osservai le scarpe, cercando di carpire chissà quale segreto, se avesse i tacchetti di gomma o di cuoio, come potesse accarezzare il pallone in quel modo. Inseguivo la risposta a un segreto che risposte non ha: si chiama arte».
Voi due vi parlaste?
—«A un certo punto, nel riscaldamento si avvicinò e mi disse: “So chi era tuo padre e tu sei degno di lui”. Mi mancò il respiro, quella frase mi paralizzò. Dopo, non ricordo nemmeno come la giocai quella finalissima».
Il più grande di tutti i tempi?
—«Difficile dirlo, ma secondo me sì. Pelé era un alieno. Mi lasciava stupefatto quando dribblava lungo la linea del corner, senza mai perdere il pallone. L’aveva incollato al piede e lo accarezzava come non ho più visto fare da nessuno, nemmeno da Maradona e Messi. E poi, sorrideva sempre: vorrei che i ragazzi di oggi vedessero quei filmati. Pelé era l’allegria del gioco, la pura bellezza».
(Fonte: Repubblica)
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