In un'intervista rilasciata a Calcionews24 l'ex stella nerazzurra Sandro Mazzola racconta il suo esordio nel calcio professionistico contro la Juventus. Il clamoroso Juventus-Inter 9-1 del 10 giugno 1961. «Già, la famosa partita dove l'Inter (per protesta contro i bianconeri) mandò in campo la De Martino, come si chiamava allora la squadra Primavera (la vicenda è celebre e controversa: la Lega Calcio presieduta da Umberto Agnelli ribaltò un 2-0 a tavolino dei nerazzurri, conquistato al Comunale di Torino, facendo ripetere la gara e consegnando di conseguenza lo scudetto alla Juve). Problemi federali a parte, il guaio per me era che quel giorno avessi scuola al mattino... Facevo la quarta ragioneria a Milano e quel sabato avevo in programma tre interrogazioni decisive per non finire rimandato a settembre. Italo Allodi chiese al Preside dell'istituto di darmi l'intera giornata libera, ma strappò solo un permesso per uscire due ore prima».
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Mazzola: «Vi racconto quel famigerato Juventus-Inter 9-1. Io ero a scuola…»
In un’intervista rilasciata a Calcionews24 l’ex stella nerazzurra Sandro Mazzola racconta il suo esordio nel calcio professionistico contro la Juventus. Il clamoroso Juventus-Inter 9-1 del 10 giugno 1961. «Già, la famosa partita...
Come si comportò Sandrino alla cattedra?«L'interrogazione di matematica la evitai perché il professore, un signore meridionale severissimo, mi diede 7 in un precedente compito in classe e decise di promuovermi esclusivamente in base a quello. La professoressa d'inglese - bella donna, tra parentesi. La spiavamo sempre mentre faceva lezione... - mi graziò con tre domande facili. Alla terza ora avevo Diritto, ma il prof non mi vedeva di buon occhio. Mi diceva sempre: 'Mazzola, chi sa giocare bene a pallone non sarà mai un bravo ragioniere nella vita!'. Diciamo che era un po' prevenuto nei miei confronti e mi fece sostenere l'esame di riparazione il settembre successivo... »
Tu, quel giorno, segnasti anche il tuo primo gol in serie A di 116 in totale.«Esatto, un rigore contro Mattrel che all'epoca era titolare in Nazionale. Prima del tiro feci finta di avere timore reverenziale di lui e segnai di piatto girando il pallone. Alla fine sia Giampiero Boniperti che l'avvocato Agnelli vennero a farmi i complimenti. Graditissimi ma avevano pur sempre vinto loro...».
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