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Medel e Murillo non sono fessi e rovinano il piano di Spalletti…

Alessandro De Felice

L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza la gara di ieri sera tra Roma e Inter e spiega come la squadra nerazzurra sia riuscita ad interrompere le trame di gioco della squadra di Luciano Spalletti: “L’obiettivo è...

L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza la gara di ieri sera tra Roma e Inter e spiega come la squadra nerazzurra sia riuscita ad interrompere le trame di gioco della squadra di Luciano Spalletti:

"L’obiettivo è dichiarato, non concedere riferimenti fissi ai due centrali difensivi nerazzurri e creare un vuoto tra la difesa interista e il centrocampo, una terra di nessuno in cui a turno si lanciano Pjanic e Nainggolan. I due interni romanisti sembrano ascensori che si incrociano: se uno sale, l’altro scende. Il piano non riesce, perché Medel e Murillo non sono fessi e presidiano a dovere la «no man’s land». L’alternativa romanista è l’apertura o il cambio di gioco sulle fasce, per gli sprinter Salah ed El Shaarawy, però la linea a quattro di Mancini non si fa prendere alle spalle, si muove con gli specchietti retrovisori bene orientati. Dall’altra parte Mancini si affida al movimentismo di Eder. Il brasiliano si spende e si spande, ma al largo degli ultimi sedici metri. Chi attacca la porta di Szczesny? Nessuno. Il primo tempo vive di posizionamenti e ricollocamenti, non proprio uno spettacolo esaltante. Roba buona per chi apprezza la cerebralità degli scacchi".