ultimora

Mensurati (Repubblica): «L’ultimo scandalo nel calcio italiano: la Fondazione. Ecco cos’è»

Il calcio italiano ha un grande Bancomat chiamato Fondazione. Un meccanismo che consente ai presidenti delle squadre più importanti di comprare il consenso dei loro omologhi delle squadre più piccole. È l’ultimo scandalo del calcio...

Lorenzo Roca

Il calcio italiano ha un grande Bancomat chiamato Fondazione. Un meccanismo che consente ai presidenti delle squadre più importanti di comprare il consenso dei loro omologhi delle squadre più piccole. È l’ultimo scandalo del calcio italiano. Sulle pagine di Repubblica ne parla Marco Mensurati: «È l’ingranaggio nascosto che completa il meccanismo di quell’unico sistema di potere, riassunto nella persona del presidente di Infront, Marco Bogarelli, che dal 2008 a oggi ha divorato il mondo del pallone, controllandone l’intera filiera. Il funzionamento di questo ingranaggio è molto più semplice di quanto il nome ministeriale e la regolamentazione burocratica lascino pensare. La Legge Melandri del 2008 stabilisce che la Lega di Serie A devolva «una quota delle risorse economiche e finanziarie derivanti dalla commercializzazione dei diritti tv allo sviluppo dei settori giovanili delle società professionistiche, al sostegno degli investimenti per la sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi, e al finanziamento di almeno due progetti per anno finalizzati a sostenere discipline sportive diverse da quelle calcistiche ». Questi soldi, parecchie decine di milioni di euro l’anno, finiscono nella “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre”, e da questa vengono gestiti, in totale assenza di controllo. In teoria la Fondazione dovrebbe ricevere attraverso un “ente veicolo” i progetti delle singole società, valutarli, scegliere i più utili o i più importanti e poi finanziarli. In pratica, invece dei progetti, vengono valutati, ovviamente su base esclusivamente politica, i “veicoli” e cioè i presidenti delle leghe a cui fare un favore. Questi poi li spartiscono tra i club a seconda delle convenienze. Il tutto indipendentemente dai progetti (che non vengono mai controllati). Tutto ciò succede nel migliore dei casi. Perché capita frequentemente che il consiglio, saldamente nelle mani di Lotito e di quella che l’opposizione in Lega chiama la gang di Infront, faccia anticipi di cassa o “premi” progetti degli anni precedenti. Un elemento chiave della questione è infatti la composizione del consiglio, quello che poi decide tutto. Su 12 membri, 5, tra cui il presidente, li nomina la serie A, uno la serie B, 3 la Figc, uno la Fip, uno la Lega Basket, uno il Coni. Molti di quei progetti non sono mai nemmeno partiti. Ma siccome erano solo una scusa per prendere i soldi, sono stati ripresentati identici, quest’anno. Spesso senza nemmeno premurarsi di salvare le apparenze».