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Le parole di Beppe Marotta su Hernanes ("sappiamo di non aver preso un fenomeno") hanno aperto un caso alla Juventus. Sandro Corapi, mental coach del brasiliano, ne ha parlato a Tuttosport:
Sandro Corapi, mental coach di Hernanes, ha letto i giornali? «Sì, li ho letti». E ha sentito il giocatore? «Sì, ci siamo sentiti». Come ha reagito il Profeta all’affermazione di Marotta “sappiamo di non aver preso un fenomeno...” rivolta proprio a lui? «In genere ci sono due tipi di reazioni, a seconda del carattere della persona: chi è più razionale tende a riflettere su cosa è stato detto e a farsi scivolare addosso le critiche, anche se dentro cova una reazione emotiva, la persona più istintiva reagisce invece con rabbia e, se è un campione, riesce a trasformare la rabbia in una carica positiva». Hernanes a quale categoria appartiene? «Alla prima. O meglio, a livello calcistico è un istintivo, ma come persona è riflessivo e profondo, grazie anche al suo credo, capace di assorbire le critiche». Però le parole di Marotta sono state dure... «Sono rimasto stupito da ciò ho letto, ma può darsi che Marotta non volesse dire ciò che ha detto». Scusi, ci sono le registrazioni. «Visto che conosco le dinamiche della comunicazione, a volte si esprimono concetti che non stiamo pensando, oppure ci si esprime male. Anche perché se spendi 11 milioni per un giocatore perché poi lo critichi pubblicamente? So che Marotta ha stima in Hernanes e che il giocatore si è integrato bene nella squadra». Hernanes quindi non è arrabbiato? «La rabbia presuppone uno stato emotivo alterato, lui ha avuto una reazione emotiva. E da gran professionista qual è cercherà di trasformare in positivo le critiche che gli sono piovute addosso». Ma non c’è il rischio che un giocatore venga demotivato? «Certo, il pericolo di un regresso può esserci se il giocatore è solo e non è in grado di gestire queste dinamiche. E’ difficile migliorare le prestazioni se uno non sente la fiducia del club e del tecnico. Anzi, la mancanza di stima può essere un deterrente perché porta all’ansia di prestazione e alla paura quando si entra in campo. Il compito di un club è mettere un giocatore, sia esso un campione sia un ragazzo della Primavera, nelle condizioni ideale per poter esprimere il meglio di sé». Che cosa si auspica che accada adesso. «Mi auguro che Marotta abbia un chiarimento con Hernanes. Il giocatore è strutturato ed esperto per superare le critiche, però il confronto è sempre meglio. E questo suggerimento vale per i dirigenti ma anche per gli allenatori». In che senso? «Un tecnico che si rispetti deve comunicare con i giocatori. Per esempio, è vero che spetta al tecnico scegliere gli undici titolari da mandare in campo, ma nello stesso tempo deve saper gestire la situazione di chi rimane fuori. I campioni ascoltano e rispettano le decisioni, ma è sempre meglio un tecnico che parla e chiarisce piuttosto che il silenzio dell’allenatore».
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