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La tendenza delle società nell'ultimo periodo è quella di blindare i propri gioielli con clausole altissime, oppure fissare proprio queste clausole a una cifra alta che in caso di una cessione garantirebbe una grossa entrata economica. L’ultimo in ordine di tempo è stato Gerard Piquè, che ieri ha rinnovato il suo il contratto con il Barcellona fino al 2022 con una clausola rescissoria da 500milioni di euro. Se in Spagna e in Portogallo è un’usanza che va avanti già da un po’, da noi la moda di piazzare clausole rescissorie come fossero dei biglietti da visita è molto più recente. De Laurentiis, uno dei primi a utilizzarla con quasi tutti i suoi assistiti, ha fatto affari milionari grazie alle clausole: se nel 2016 riuscì a farsi dare dal Paris Saint-Germain 60 milioni di euro per Cavani, qualche anno dopo ne intascò addirittura 90 dalla Juventus per Higuain.
Tuttavia, come insegna il caso Neymar (passato dal Barcellona al Psg per 220 milioni), la clausola rescissoria può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Lo stesso De Laurentiis, per esempio, sta tentando disperatamente di tornare sui propri passi. Nelle scorse settimane è andato fino a Figline Valdarno per convincere Maurizio Sarri a rinnovare il contratto, eliminando magari quella clausola rescissoria che sulla testa del tecnico pende come una spada di Damocle: Ma il patron azzurro ha capito che è il caso di rinegoziare pure il contratto di Mertens, cancellando in fretta quella clausola da 28 milioni (esercitabile solo per i club esteri) che appare un po’ troppo bassa considerando le cifre astronomiche di questi tempi. Considerazioni analoghe le sta facendo anche la Roma che vuole evitare di perdere a poco prezzo Lorenzo Pellegrini,la cui clausola da 25 milioni è valida dal primo al 31 luglio. Visto il numero di corteggiatori orbitanti intorno al centrocampista, si capisce perché Monchi in questi giorni abbia intuito che forse è meglio sedersi a un tavolo e rivedere la cifra.
All’Inter da tempo si chiedono quanto posso valere Mauro Icardi,dato che i 110milioni pagabili dall’1 al 15 luglio per accaparrarsi il bomber argentino appaiono un po’ pochini. Specie se si parla di un attaccante che tra un mese compirà 25 anni e su cui hanno messo gli occhi i migliori club europei. I dirigenti nerazzurri, consapevoli che Maurito è destinato a dire addio all’Inter, hanno già fissato un appuntamento per febbraio con l’obiettivo di alzare quella cifra fino a 200 milioni. In questo vortice di clausole, però, c’è anche chi ha preferito andare controcorrente. È il caso della Juve, unica tra le big a non prevedere clausole nei suoi contratti. In occasione del rinnovo di Dybala, ad esempio, la Vecchia Signora si è ben guardata dall’inserirne. Lanciando un messaggio molto chiaro a chi, in futuro, vorrà prendersi la Joya: Paulo si guarda,ma non si tocca.
(Libero)
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