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È stata un'estate calda per Edin Dzeko. Più volte l'attaccante è stato a un passo dal vestire la maglia dell'Inter, ma Roma e nerazzurri alla fine non sono riusciti a trovare un accordo per il passaggio del bosniaco a Milano. "La rinuncia all’Inter è costata tanto alla Roma in termini economici (poco più di 5 milioni di euro a stagione fino al 2022, e cioè per i prossimi tre anni, da elargire al numero “9”), tanto (ma anche no) potrebbe costare a Petrachi, che lo avrebbe trattato quando era ancora sotto contratto con il Torino", spiega il Messaggero.
LA REAZIONE DI CONTE - "Conte, a cose fatte, era furibondo, per lui fu alto tradimento, visto che era un po’ che lo corteggiava, ricevendone ripetuti sì e promesse di matrimonio. Il voltafaccia di Dzeko ai nerazzurri è figlio della strategia della Roma (di Petrachi, appunto) e delle pressioni di Fonseca, che ha voluto trattenerlo, lavorando ai fianchi, giorno dopo giorno, amichevole dopo amichevole, musino dopo musino. A Trigoria non poteva arrivare nessun centravanti migliore di Edin, per i costi in rapporto alla qualità: Higuain no, Icardi è stata una suggestione. Chi c’era di meglio? Dzeko. Quindi, lo sforzo andava fatto su di lui, ecco perché quel po’ po’ di stipendio. Conte ha spinto fino a quando ha potuto, davanti al no di Marotta non c’è stato nulla da fare, provocando l’ira di Antonio, che sognava un duo d’attacco formato da Lukaku e Dzeko. Edin ha fatto felice Fonseca, molti tifosi della Roma, i suoi compagni di squadra e un po’ anche l’Inter, che adesso si sta godendo uno straordinario Lautaro (8 gol in campionato) che, con Dzeko a Milano, avrebbe fatto tanta panchina, come lo scorso anno".
(Il Messaggero)
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