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Mica male il 2023 di Dimarco: cresciuto a pane e Inter, sta vivendo il suo sogno

Marco Astori Redattore 

Dopo un anno di apprendistato, ora da vice-Perisic e ora da braccetto di difesa, in questa stagione si è preso la fascia sinistra dell'Inter per non mollarla più

"Mica male il 2023 di Federico Dimarco". Apre così il focus del Corriere dello Sport su Federico Dimarco, l'uomo che ha deciso la semifinale di ritorno contro la Juventus portando l'Inter di nuovo in finale di Coppa Italia. Quello che sta vivendo l'esterno nerazzurro, scrive il quotidiano, è un vero è proprio sogno: "È iniziato con il gol del vantaggio nel derby di Supercoppa poi vinto 3-0 dall'Inter, è passato pure dalla rete che ieri ha steso la Juve nel derby d'Italia che ha spalancato le porte della finale di Coppa Italia ai nerazzurri.

Mica male questo jolly che ha pescato dal mazzo pure Simone Inzaghi nell'estate del 2021, quando è arrivato sulla panchina dell'Inter e ha visto tornare alla base Dimarco dopo un lungo girovagare: cresciuto a pane e Inter, uno che a San Siro ci andava anche in curva fin da bambino e che dopo aver fatto tutta la trafila nel vivaio ha dovuto aspettare ancora parecchio prima di potersi meritare la maglia nerazzurra. Quella vera, quella da titolare, soprattutto nelle notti che contano veramente. Ascoli, Empoli, Sion, Parma, un pizzico di Inter e poi ancora un anno e mezzo a Verona alla scuola di Ivan Juric, praticamente perfetta per farsi trovare pronto all'uso per il calcio che fa parte del repertorio di Inzaghi.

E dopo un anno di apprendistato, ora da vice-Perisic e ora da braccetto di difesa, in questa stagione si è preso la fascia sinistra dell'Inter per non mollarla più. Macinando chilometri, sfornando assist (otto in stagione, ben quattro in Champions e due solo nell'ultima partita col Benfica), segnando reti. Mai banali, meglio se pesanti. Solo in stagione sono cinque, le ultime due appunto nelle partite più sentite di tutte: contro il Milan in Supercoppa, contro la Juve ieri sera nella semifinale di ritorno di Coppa Italia. «Quale il gol più importante? Speriamo il prossimo che faccio», rilancia Dimarco. Mica male. Ogni soddisfazione che Dimarco si sta togliendo vale tanto, tantissimo.

Perché in più di un'occasione è stato vicino a dover rinunciare al suo sogno, alla fine all'Inter è arrivato quando ormai aveva 24 anni e di solito a quell'età il tempo d'attesa è esaurito o quasi. Non ha mai mollato però, a Verona ha studiato per poter tornare alla base e giocarsi le sue chance, pensava magari di poterlo fare nell'Inter di Antonio Conte e poi c'è riuscito in quella di Inzaghi. Che un'occasione a chi se lo merita non la nega mai: in estate aveva dei nomi scritti sulla lavagna dei titolari, ora ne sono cambiati parecchi in questo strano percorso fatto di difficoltà in campionato e di ambizioni nelle coppe. Con Dimarco che però non è mai stato messo in discussione, gioca lui e Robin Gosens resta in panchina", conclude il quotidiano.