Alla vigilia della sfida di campionato tra Milan e Lazio, Sinisa Mihajlovic ha tenuto la consueta conferenza stampa a Milanello. Tanti discorsi sia sul Milan che sulla Lazio, società del suo passato e (chissà) forse pure del suo futuro. E’ degli ultimi giorni, infatti, l’indiscrezione che vorrebbe il tecnico serbo diretto proprio verso la panchina biancoceleste per il prossimo anno.
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Miha: “Lazio? Voci dei giornalisti. Possiamo prendere l’Inter. Impossibile che…”
Alla vigilia della sfida di campionato tra Milan e Lazio, Sinisa Mihajlovic ha tenuto la consueta conferenza stampa a Milanello. Tanti discorsi sia sul Milan che sulla Lazio, società del suo passato e (chissà) forse pure del suo futuro. E’...
Mihajlovic, a poche ore dal posticipo, ne ha parlato così: "Voci sulla Lazio? Sono voci di voi giornalisti. Io sono felice qui, non penso al futuro. Le voci non mi disturbano, io dò sempre il massimo dove lavoro. Commento alla nostra classifica? Il sesto posto non ci soddisfa, ma non è una stagione da buttare e abbiamo ancora tempo per renderla più positiva. Abbiamo ancora la possibilità di superare qualche squadra in classifica. Le altre squadre sono partite più avanti di noi, non è una scusa o un alibi. Se giochiamo con il giusto atteggiamento possiamo recuperare qualche posizione. Abbiamo 6 punti da Fiorentina e Inter e mancano ancora 9 giornate, io ho vinto e perso uno scudetto anche se c'erano 10 punti di differenza. Attacco? Nell'ultimo periodo il nostro problema è l'attacco, sono gli attaccanti che devono segnare ed essere il nostro valoro aggiunto. Non è possibile che i miei attaccanti non hanno fatto nemmeno un tiro in porta nelle ultime due partite. Nelle prossime partite mi aspetto tanto da loro. Parole di Abate e Abbiati? Hanno fatto benissimo, loro sono qui da più tempo e quindi sanno come funzionano le cose. Mi ha fatto piacere sentire certe cose, a volte va bene dire certe cose anche fuori dallo spogliatoio. Atteggiamento? Il problema non è il fatto di giocare nel Milan, ma il fatto di fare bene il tuo lavoro. Solo in Italia si parla di atteggiamento. Dovrebbe essere una cosa normale che un giocatore che va in campo e dà il massimo. Se sbagli atteggiamento non solo non puoi giocare nel Milan, ma in nessuna squadra. Balotelli? Lui e gli altri hanno 10 partite per onorare la maglia e il loro nome. Dipende tutto da loro. A me non interessa quanto giocano, ma quando scendono in campo devono fare la differenza. Io non cerco colpevoli, ho detto anche a loro queste cose, da loro mi aspetto le giocate, devono dare di più per farci fare il salto di qualità. Portiere? Se Gigio (Donnarumma) sta bene, gioca lui in porta. Il secondo è Abbiati. Un motivatore? Non so se serve un motivatore o un esorcista, è quello che mi chiedo da 7 mesi. Devo ancora capire cosa è meglio per questa squadra (sorride, ndr)".
(milannews)
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