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Mihajlovic: “Io all’Inter? Ormai va di moda, spero che succeda. Mancini? Lui è…”

“Uno le palle le ha o non le ha”. Sinisa Mihajlovic sicuramente è uno tra quelli che le ha. Che cosa avrebbe fatto nella vita se non fosse diventato un calciatore? “Avrei fatto il ladro, o il pugile, niente di buono. Io sono...

Sabine Bertagna

"Uno le palle le ha o non le ha". Sinisa Mihajlovic sicuramente è uno tra quelli che le ha. Che cosa avrebbe fatto nella vita se non fosse diventato un calciatore? "Avrei fatto il ladro, o il pugile, niente di buono. Io sono cresciuto per strada." In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Sinisa si apre a 360° e parla di quanto conti "allenare" la testa nel calcio. "L’allenatore deve farsi seguire. Io sono sicuro che se dico ai miei di buttarsi dal tetto loro lo fanno e poi mi chiedono perché." Un tecnico oggi deve essere totale: "Comunicare è fondamentale. Questo è un lavoro da pazzi: devi allenare i giocatori, i tifosi, i giornalisti, il presidente e magari basta un palo e perdi." Nessun problema con lo stress: "Più ce n’è più mi piace! Ho smesso di fare il c.t. della Serbia perché mi mancava lo stress."

Immancabile la domanda sull'Inter e sul fatto che Mancini lo abbia allontanato dalla panchina nerazzurra, alla quale è stato e continua ad essere accostato: "È diventata una moda fare il mio nome per l’Inter. Spero che la prossima volta non si faccia e che succeda. Avere ambizioni non è reato. Ma ora sono concentrato sulla Samp." Quale era il suo ruolo da secondo di Mancini? "Mancini è uno dei più bravi a lavorare sul campo, lui per primo mi ha dato la possibilità di fare l’allenatore. Lui è un po’ introverso, ero io a gestire le cose da spogliatoio oltre che la fase difensiva."