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Mihajlovic: “Punizioni? Sapevo già quando avrei fatto gol. Impossibile per i portieri…”

Nel corso della lunga intervista concessa a ‘Mister Condò’, in onda su Sky Sport, Sinisa Mihajlovic ha raccontato l’arte delle sue punizioni, magiche e favolose in tutta la sua carriera. I tifosi di Samp, Lazio e Inter ben lo ricordano,...

Dario Di Noi

Nel corso della lunga intervista concessa a ‘Mister Condò’, in onda su Sky Sport, Sinisa Mihajlovic ha raccontato l’arte delle sue punizioni, magiche e favolose in tutta la sua carriera. I tifosi di Samp, Lazio e Inter ben lo ricordano, avendolo visto segnare a ripetizione da ogni mattonella.

Mihajlovic racconta così il suo amore per i calci da fermo: "A me piaceva solo calciare, non giocare a calcio. Mio papà un giorno mi portò al mercato delle pulci e mi comprò un pallone di pelle. Nel mio paese non c’erano tante case in quel periodo, c’era tanta erba su cui giocare. Non volevo stare sull’asfalto per non rovinare il pallone. Andavo a 2 km da casa mia e mi mettevo a giocare, per 4-5 ore tiravo il pallone da tutte le parti, tiravo sempre. Calciavo il pallone, ovunque andasse correvo per recuperarlo e di nuovo lo calciavo. Trucchetti? Se ci fossero dei trucchetti li insegnerei ai miei giocatori. A me il calcio piaceva per le punizioni, non mi piaceva giocare. Mi piaceva di più la pallacanestro. Poi nel calcio c’erano i calci d’angolo e le punizioni, questo faceva la differenza. Io prendevo sempre la stessa rincorsa prima di calciare, per me era più facile calciare da lontano che da vicino. Una volta giocavo con Boban e lui me la spostava più vicina, mentre io la volevo sempre più lontana. Prendevo sempre la stessa rincorsa, per un portiere era impossibile capire dove volessi tirare. Prendevo sempre la stessa rincorsa e la differenza la faceva l’ultimo passo, che poteva essere più veloce o meno veloce. E poi guardavo il portiere fino all’ultimo passo. Calciavo i rigori ma non li sapevo tirare, chiudevo gli occhi e tiravo. Con le punizioni invece guardavo il portiere fino all’ultimo passo. Se il portiere faceva un passo dalla parte della barriera, la mettevo sull’altro palo. Se si spostava sul suo palo, la mettevo sopra la barriera. Erano praticamente impossibili da parare se le indovinavo. Quando calciavo, io sapevo già se sarebbe stato gol o meno. Se sono il migliore di sempre a battere le punizioni? Sono quello che ha fatto più gol. A livello mondiale? Penso che un mancino sarà sempre migliore, un destro non potrà mai calciare come un mancino. Io tiravo in tutti i modi, colpendo la palla in tanti modi ma sempre con la stessa rincorsa. Con me il portiere non sapeva mai quello che doveva fare".

(Sky Sport)

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