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Il passaggio del Milan ai cinesi è appeso ad un filo. Lo scrive Repubblica, secondo cui Berlusconi è i suoi collaboratori non sarebbero più disposti a perdere altro tempo dietro ai rinvii della Sino Europe Sport. Secondo quanto apprende Repubblica, "Berlusconi è disponibile ad aspettare ancora fino alla prossima settimana: Sino Europe ha garantito che potrebbero arrivare almeno 100 milioni. A quel punto, verrebbero coperti i 520 milioni previsti dal contratto preliminare che finirebbero nelle casse di Fininvest per l'acquisto del 99,9 per cento del Milan. Mancherebbero, invece, i fondi per la gestione del club e per il mercato, ma a quel punto Sino Europe potrebbe allargare il prestito con le banche e avrebbe comunque il tempo per trovare nuovi investitori. E in ogni caso potrebbe usare per la campagna acquisti, i contratti di sponsorizzazione che dice di aver già sottoscritto".
LE UNICHE DUE COSE CERTE - "Di sicuro, nella vicenda, fino a questo momento, sono certe solo due cose. La prima è che ogni decisione è rinviata a domani, quando si terrà in ogni caso l'assemblea dei soci già prevista dagli accordi che regolano il preliminare e che permettono a Fininvest di incamerare la seconda caparra. E non sarà una passaggiata: l'Associazione di piccoli azionisti del Milan, guidata dall'avvocato Filippo La Scala, minaccia battaglia, dopo aver scritto nei giorni scorsi una lettera aperta in cui si chiede a Silvio Berlusconi di interrompere le trattative e a Sino Europe di ritirarsi "per inadeguatezza". L'altro notizia, per certi versi paradossale, è l'arrivo a Milano di una decina di giornalisti cinesi ai quali Sino Europe ha pagato il viaggio quando ancora si pensava che l'assemblea dei soci sarebbe stata decisiva per il passaggio di proprietà. E domenica saranno anche a San Siro per Milan-Chievo".
SPARITI 170 MILIONI DI EURO - "La situazione è precipitata lo scorso fine settimana, quando sono venuti a mancare circa 170 milioni. I primi 100 da parte di un investitore che ha avvisato di non fare i tempo per il 3 marzo a versare i soldi a Sino Europe e altri 70 da parte di uno dei soci della cordata, la banca China Costruction Bank. Quest'ultima, secondo quanto riferito da fonti vicine a Sino Europe, avrebbe preferito non scontrarsi con il governo di Pechino che da qualche mese ha introdotto norme molto restrittive sugli investimenti all'estero. E, in particolare, nel calcio ha emanato una nuova direttiva con la quale vuole dirottare le spese verso i club nazionali e non più verso quelli europei. A disposizione dell'operazione sono così rimasti i 100 milioni del patrimonio personale di Yongyong Li, uomo d'affari e presidente di Sino Europe e i 140 garantiti da Huarong, attarverso un versamento partito da Honk Kong."
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