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Milan, beffa super. Papà  Kondogbia a Galliani: “Ci vediamo a Milano”. E invece trionfo Ausilio-Fassone

Francesco Parrone

«Prometto di esserti fedele sempre». Chissà quanti tifosi rossoneri, seguendo lo slogan della campagna abbonamenti, avranno fede per rinnovare l’appoggio alla squadra dopo il sabato nero del Milan. A 12 giorni dal raduno, i rossoneri hanno...

«Prometto di esserti fedele sempre». Chissà quanti tifosi rossoneri, seguendo lo slogan della campagna abbonamenti, avranno fede per rinnovare l’appoggio alla squadra dopo il sabato nero del Milan. A 12 giorni dal raduno, i rossoneri hanno visto sfumare in rapida successione i primi due obiettivi della stagione: Geoffrey Kondogbia, conteso a colpi di milioni dalle due milanesi (che per non perdere reciprocamente la faccia hanno alzato oltremisura l’asticella), ha ceduto alla corte serrata di Roberto Mancini. Non solo. Jackson Martinez, per il quale Adriano Galliani, aveva raggiunto l’accordo con il Porto, è a un passo dal trasferimento all’Atletico Madrid. In questa pazza storia, contraddistinta da rilanci che hanno portato l’affare Kondogbia a sfiorare quota 100 milioni (fra cartellino, ingaggio e commissioni), la parola lealtà non è contemplata. È il calciomercato, bellezza. «Ci vediamo lunedì a Milano. Così si è congedato ieri alle 13.30 il papà di Geoffrey Kondogbia per il quale sono programmate domani in Italia le visite mediche. Solo che il padre del giocatore aveva dato appuntamento ad Adriano Galliani, e non ai dirigenti nerazzurri con cui pochi minuti dopo si è seduto per trattare il passaggio del figlio. Il Milan aveva raggiunto nella notte l’accordo con il Monaco sulla base di 40 milioni di euro, con pagamento biennale e l’intesa con il giocatore: contratto di 5 anni a 4,2 milioni più bonus.

L’ad rossonero era ritornato all’alba a Milano convinto di volare di nuovo in serata a Montecarlo per le firme. Invece è stata la giornata del trionfo di Ausilio e Fassone, accorsi venerdì sera nel Principato per contrastare l’accerchiamento milanista al giocatore e provare ad accontentare il Mancio in ebollizione (così furioso da aver minacciato le dimissioni in caso di passaggio ai cugini della mezzala francese). Hanno avuto la pazienza di aspettare e, ottenuto l’ok di Thohir alla mega-operazione, hanno concluso il secondo acquisto più oneroso della storia dell’Inter (solo Vieri, 90 miliardi di lire, costò di più): 38 milioni più 2 di bonus al Monaco e ingaggio pari a quello promesso dai rossoneri. Anche nell’affare Jackson Martinez non sono mancati colpi bassi e ingenuità da principianti. Trovato l’accordo con il Porto (pagamento della clausola di 35 milioni) e con il giocatore, il Milan non aveva la firma dell’attaccante impegnato in Cile in Copa America. Poiché la federazione colombiana non aveva concesso il placet alle visite mediche, l’ufficialità dell’operazione ancora non era arrivata. L’Atletico Madrid (incassati 18 milioni dalla cessione di Mandzukic) si è fatto sotto e ha ottenuto (senza preventivi test) la firma. 

Alla faccia dell’intesa siglata a casa di Jorge Mendes, il potentissimo agente che controlla il centravanti colombiano. Il Milan subisce un danno d’immagine devastante, ma la parola d’ordine è «niente frenesia»: i 75 milioni risparmiati verranno investiti senza fretta. Una reazione che al momento ha lo stesso sapore dell’uva non matura per la famosa volpe. Nel frattempo l’Inter ha congelato Imbula del Marsiglia (affare definito a 19 milioni): se verrà liberato, si tufferà il Milan che pensa ancora a Bertolacci. Per l’attacco i piani B rossoneri sono Bacca, coperto da una clausola rescissoria da 30 milioni (ma c’è anche la Roma) e Edin Dzeko. Per l’attacco Mancini si aspetta uno fra Cuadrado, Salah e Jovetic ma su tutti e tre la concorrenza è agguerrita. L’Inter oggi ride, sul Milan è notte fonda.