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La situazione tra il Milan e Donnarumma è tesa da mesi ma ieri si è capito che i rossoneri hanno messo sul tavolo la mossa spacca-partita: lasciare Donnarumma in panchina (o in tribuna) nella prossima stagione, nel caso in cui Gigio rifiutasse le proposte per il rinnovo. Il Milan lo considera un atteggiamento naturale, come già successo altrove per altri giocatori con un solo anno di contratto. Il punto è che nessuno di loro aveva il valore (e il futuro) del 99: con un campione, è più difficile fare muro.Fassone e Mirabelli, amministratore delegato e responsabile dell’area tecnica, ne parlano da mesi e hanno deciso: come canterebbe la curva, Gigio non si vende. Si capisce, la nuova proprietà cinese non vuole presentarsi al mondo-Milan con la cessione del miglior giocatore dell’ultima stagione. La decisione ha ampio senso ma comporta un rischio: perdere Donnarumma a zero alla fine del prossimo campionato. Il club è pronto a firmare un accordo intorno ai 3,5 milioni a stagione, giudicati la cifra corretta per un portiere giovane. Raiola però non ci sta: sa che Gigio vale moltissimo e che un’altra società, davanti alla possibilità di prenderlo gratuitamente, potrebbe offrire un contratto mostruoso. Secondo molti, più o meno a cifre doppie. Attenzione però, anche il Milan rischia: Donnarumma in panchina sarebbe complicatissimo da gestire. Le proteste dei tifosi — o almeno, di una parte dei tifosi — arriverebbero automatiche e il Milan sarebbe obbligato ad acquistare un portiere titolare: non semplice con un mercato non generoso e un budget già studiato per altri rinforzi. Se poi il nuovo numero 1 facesse un paio di errori, le critiche si alzerebbero automatiche. A margine, la questione Nazionale. Il 2017-18 è l’anno del Mondiale e Donnarumma ovviamente vorrebbe giocare per arrivare al top in Russia, se l’Italia si qualificherà. Vedere il vice di Buffon in panchina sarebbe strano, quasi surreale.
(Gazzetta dello Sport)
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