Per il verdetto definitivo ripassare tra venti giorni. Al quarto round stagionale con il Milan, l’Inter ha lasciato il discorso in sospeso. Avrebbe voluto vendicarsi delle due sconfitte già accumulate in stagione, ha accarezzato fortemente l’idea (soprattutto nel finale), non ci è riuscita, ma non è detto che ciò non accada al quinto game. Quando non ci sarà appello. Per il momento è stata brava a mantenere l’equilibrio: non lo scenario che avrebbe preferito alla vigilia, ma sicuramente quello di cui si sarebbe accontentata. Non poteva essere altrimenti in uno snodo così pericoloso. Simone Inzaghi aveva anticipato alla vigilia che si sarebbe trattato di una gara lunga 180’ e nulla sarebbe stato definitivo dopo ieri sera. Così è stato.


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Inter, si è avverata la profezia di Inzaghi ed è arrivata la miglior notizia possibile
L’Inter aveva più cerotti di quanti ne mostrasse. Agli assenti Zielinski, Lautaro Martinez, Dumfries e Taremi c’era da aggiungere nel computo Federico Dimarco, presente ma solo per onor di firma. L’esterno della nazionale, tornato contro l’Udinese dall’infortunio, non era al meglio e mai nella vita Inzaghi avrebbe scelto di assumersi il rischio di mandarlo in campo a gara in corso. Il mister se l’è giocata come ha potuto, anche in maniera un pelo più azzardata di quanto chiedesse la frangia più ipocondriaca dell’ambiente. I rischi assunti sui titolarissimi, su tutti l’utilizzo per di Thuram e Calhanoglu fino al triplice fischio, non sembrano però aver provocato conseguenze dal punto di vista fisico. E questa è la notizia migliore che potesse arrivare dal campo ieri.
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Era la meno importante delle tre che l’Inter affronterà nell’arco di questa settimana. Rimane il pensiero oggettivo sul tema. Non per sminuire il valore della stracittadina, ma per ricordare ancora una volta quanto sarà fondamentale fare risultato a Parma tra pochi giorni e quanto sposterebbe un risultato positivo contro il Bayern settimana prossima sugli altri fronti. Sulle prossime due bisognerà concentrarsi con ancora maggior attenzione, incrociando le dita e sperando di recuperare pezzi. Per il quinto round c’è tempo, ma il pareggio di ieri è già un ottimo punto di partenza.
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