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Milanese: “Rigore di Inter-Juve ’98? Ecco cosa disse Simoni a Ceccarini”
Intervenuto ai microfoni di Calciomercato.com, Mauro Milanese, ex calciatore dell'Inter, è tornato sul suo periodo nerazzurro, a cominciare dal rapporto con Massimo Moratti: "Era un presidente generoso e innamorato dell'Inter. Mi ha fatto giocare con Ronaldo il brasiliano, il calciatore che ha segnato un'epoca: i bambini si rasavano la testa come lui, in tanti compravano gli scarpini argentati come i suoi. La prima volta a San Siro c'erano 60.000 persone e la società ha dovuto bloccare le vendite dei biglietti. Era un giocatore che, oltre a farci vincere la Coppa Uefa quasi da solo, ci ha aiutato tanto. Bastava che toccasse il pallone per far alzare tutti in piedi. Moratti ha portato giocatori importanti, soffrendo come un tifoso se il risultato non arrivava.
Milanese è poi tornato sul rigore non concesso nel contatto Iuliano-Ronaldo: "Ricordo l'episodio di Ronaldo in quello Juve-Inter del 1998, durante il quale il massimo che Gigi Simoni disse all'arbitro fu 'Ma si vergogni!'. Questo fa capire che tipo di uomo era. Una delle ultime brave persone della vecchia generazione, più passa il tempo e più penso che si stiano perdendo i valori. Io ho pensato subito che l'arbitro indicasse il dischetto, perché Ronaldo non era un giocatore che cercava l'impatto con l'avversario per prendersi un fallo o provava a simulare, lui giocava sempre per fare gol. Quello che ci ha fatto arrabbiare di più però è stato il rigore fischiato alla Juventus sul capovolgimento di fronte. Forse sarebbe stato più giusto fermare il gioco dopo le nostre proteste".
Chiosa sulla vicenda Calciopoli: "Pensavamo ci fosse un po' di sudditanza psicologica da parte degli arbitri verso la Juventus, che era sempre prima e giocava con una forza e voglia di vincere incredibile. Otto partite su dieci le vinceva perché era più forte, ma quando c'erano episodi dubbi pendevano sempre dalla parte bianconera. Poi, purtroppo per il calcio, il periodo di Calciopoli ha mostrato tutto a distanza di anni (2006, ndr), nessuno pensava a qualcosa di così grosso. Per noi italiani è stato un disonore, ma magari ci ha anche caricato per vincere il Mondiale. Quando tocchiamo il fondo reagiamo sempre".
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