CorSera – Milano sottosopra: l’Inter merita la sconfitta. Potrebbe rivelarsi un prezioso…

Si è fermata a sei la striscia di vittorie consecutive in un derby per l'Inter. La squadra di Inzaghi, irriconoscibile, cade contro il Milan che vince meritatamente e si rialza dopo un periodo negativo. Il Corriere della Sera analizza così la gara: "Sembrava scontato, ma il derby non lo è quasi mai. Così il Milan, sprofondato dentro le proprie paure e a un passo dal collasso tecnico, tira fuori la miglior partita della sua sin qui deludente stagione e sbatte l’Inter al tappeto. Milano sottosopra. Il gol decisivo lo firma Matteo Gabbia, preferito a Pavlovic, una delle mosse vincenti di Fonseca, che alla fine corre ad abbracciare i suoi discepoli nella notte del riscatto. Il Diavolo vince con merito anche se il colpo di testa che fa piangere i nerazzurri arriva solo a un minuto dal novantesimo".

"L’Inter merita la sconfitta. Sommer, il migliore dei suoi, aveva tenuto in piedi la squadra regina con tre parate, una più bella dell’altra. Gli inzaghiani sono appassiti, arrendevoli, forse stanchi dal punto di vista psicologico dopo la battaglia gagliarda con il City all’Etihad. È la prima sconfitta del campionato e potrebbe anche rivelarsi un prezioso bagno d’umiltà. Ma è chiaro che le cose non girano come l’anno scorso. Una squadra involuta, senza nerbo, soffocata dal pressing e dal dinamismo degli affamati rossoneri".

"Simone, nella ripresa, toglie tutti e tre i centrocampisti che sono il vanto della casa. Un segnale, anzi un allarme. L’attacco, poi, non brilla. Lautaro continua a non segnare e Thuram non fa meglio del gemello. Così si ferma a sei la striscia di vittorie nel derby e a festeggiare è il Milan, che riemerge dal tunnel nero e profondo in cui si era infilato. Una vittoria che rimette in sesto Fonseca e dovrebbe dare energia al Diavolo per disegnare una nuova storia. Intanto serve ad agganciare l’Inter a otto punti, entrambe lontane tre lunghezze dalla capolista Torino, soprattutto a 2 punti dal Napoli e a una dalla Juve. Niente è perduto, tutto è aperto".

(Corriere della Sera)