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Milito: “Calha capolavoro, ha cambiato l’Inter. Si può aprire ciclo. Lautaro? Non scherziamo”

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Della grande stagione dell'Inter, ha parlato a la Gazzetta dello Sport l'eroe del Triplete del 2010 Diego Milito
Andrea Della Sala Redattore 

Della grande stagione dell'Inter, ha parlato a la Gazzetta dello Sport l'eroe del Triplete del 2010 Diego Milito:

Milito, si aspettava un'Inter così superiore alle rivali?

«Già ad agosto ero convinto che fosse la squadra più forte, però poi devi sempre dimostrarlo sul campo in un arco di 7-8 mesi. E i ragazzi hanno fatto qualcosa di immenso, strameritando uno scudetto ancora più importante perché è quello della seconda stella. Arrivava comunque, ma averlo vinto in un derby porta un colore ancora più bello».

Quale è stato il momento della svolta?

«Istanbul. Nella sicurezza con cui la squadra ha gestito anche i momenti difficili c'è tanto della finale di Champions col City. Resta l'amarezza per il risultato, anche perché secondo me l'Inter avrebbe meritato di vincere, ma tutti hanno preso coscienza di essere all'altezza dei più forti. Nell'anno del Triplete avevamo perso male sia contro il Chelsea in amichevole sia a Barcellona nei gironi. Eppure poi le abbiamo eliminate entrambe».


Da fuori c'è la sensazione che si divertano i tifosi ma anche gli stessi giocatori.

«Si vede che i ragazzi sono a proprio agio, che stanno bene tra di loro. Credo che il lavoro di Inzaghi sia stato fondamentale per cementare il gruppo. Senza dimenticare l'intuizione di mettere Calhanoglu in regia. Un capolavoro che ha cambiato l'Inter».

Questa è l'Inter più bella?

«Di sicuro è tra le più belle, lo spettacolo è garantito».

Regala più spettacolo anche della sua Inter?

«Non amo i paragoni, ma di sicuro per vedere giocare in quel modo una squadra pagherei volentieri il biglietto».

In media in campionato hanno pagato il biglietto 73mila tifosi nerazzurri a partita...

«Una splendida follia! Ma il popolo interista, a prescindere dal bel gioco attuale, trascinava la squadra già ai miei tempi».

Tornando a Inzaghi, che altri meriti ha?

«E una gran persona che sa trasmettere ai giocatori il messaggio giusto e vincente. All'Inter ha fatto un grande lavoro da subito. Qualcuno lo ha criticato per lo scudetto perso nel 2022, ma bisogna dare merito anche agli avversari e non dimenticare che lui col bel gioco in tre stagioni ha saputo conquistare sei trofei e andare in finale di Champions».

Col vantaggio accumulato sulle avversarie non soltanto in termini di punti, l'Inter può aprire un ciclo?

«Me lo auguro. Se manterrà i giocatori più importanti e riuscirà ad aggiungerne un altro, l'Inter ha tutto per aprire un ciclo. Al di la del mercato delle rivali, il grande vantaggio è dato dall'avere una continuità di progetto tecnico».

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Lei non ama i paragoni, ma la sua e questa inter hanno in comune il bomber argentino. Ma c'è chi dice che Lautaro in Europa non ta la differenza..

«Non scherziamo! Un giocatore straordinario che segna, lotta ed è un leader. In ogni stagione fa meglio della precedente. Ha già segnato a Barcellona e a Liverpool, ha deciso la semifinale di Champions contro il Milan. Ma di cosa stiamo parlando? E cresciuto in tutto. Senza dimenticare che non è mai facile fare il capitano dell'Inter».

In cosa può ancora migliorare, forse nel calciare i rigori...?

«A parte Calha che è super, i rigori non li sbaglia soltanto chi non li tira. Lautaro è affidabilissimo anche dal dischetto, ha tirato e segnato su rigore anche al Mondiale».

In un rigore, conta di più la testa o la tecnica?

«Sapere come calciarlo è importante, ma dipende da tanti fattori come la stanchezza del mo-mento, la fiducia, la tensione».

Thuram è stato per Lautaro quello che Eto'o è stato per lei?

«Sempre con questi paragoni... (ride, ndr). Marcus è stato fondamentale per Lautaro. Ha giocato un campionato straordinario, oltre le mie aspettative Il primo anno in Italia non è facile. Si è trovato a meraviglia con Lautaro che pure si sa adattare a tutti i compagni di reparto. Aveva fatto bene anche con Icardi, Lukaku e Dzeko, ma Thuram è speciale perché sa aprire spazi, si alterna nellandare incontro o nel dare profondità, è generoso e forte fisicamente».

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All'Inter resta la delusione contro l'Atletico Madrid

«Un peccato enorme perché ero convinto che l'Inter avesse il gioco, l'intensità e la maturità per andare fino in fondo anche in questa Champions è nata all'andata, con troppe palle gol sprecate. Al ritorno abbiamo fatto fatica nel secondo tempo e a questo livello poi paghi ogni dettaglio».

Dove colloca l'inter a livello europeo?

«Con le migliori».

Cosa pensa di Taremi?

«Esperto e vede la porta come pochi. Farà molto comodo».

Le piace Gudmundsson, che potrebbe passare dal Genoa all'Inter come lei nel 2009?

«Uno tosto, solido e duttile».

E con Carboni cosa farebbe?

«Da fuori dico che Valentin va tenuto perché stravedo per lui. Imprevedibile, giovane, ha potenzialità enormi. E diverso da tutti gli altri. Ma capisco che ci possano essere altre esigenze quando si gestisce un club».

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