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Tornando a Inzaghi, che altri meriti ha?
«E una gran persona che sa trasmettere ai giocatori il messaggio giusto e vincente. All'Inter ha fatto un grande lavoro da subito. Qualcuno lo ha criticato per lo scudetto perso nel 2022, ma bisogna dare merito anche agli avversari e non dimenticare che lui col bel gioco in tre stagioni ha saputo conquistare sei trofei e andare in finale di Champions».
Col vantaggio accumulato sulle avversarie non soltanto in termini di punti, l'Inter può aprire un ciclo?
«Me lo auguro. Se manterrà i giocatori più importanti e riuscirà ad aggiungerne un altro, l'Inter ha tutto per aprire un ciclo. Al di la del mercato delle rivali, il grande vantaggio è dato dall'avere una continuità di progetto tecnico».
Lei non ama i paragoni, ma la sua e questa inter hanno in comune il bomber argentino. Ma c'è chi dice che Lautaro in Europa non ta la differenza..
«Non scherziamo! Un giocatore straordinario che segna, lotta ed è un leader. In ogni stagione fa meglio della precedente. Ha già segnato a Barcellona e a Liverpool, ha deciso la semifinale di Champions contro il Milan. Ma di cosa stiamo parlando? E cresciuto in tutto. Senza dimenticare che non è mai facile fare il capitano dell'Inter».
In cosa può ancora migliorare, forse nel calciare i rigori...?
«A parte Calha che è super, i rigori non li sbaglia soltanto chi non li tira. Lautaro è affidabilissimo anche dal dischetto, ha tirato e segnato su rigore anche al Mondiale».
In un rigore, conta di più la testa o la tecnica?
«Sapere come calciarlo è importante, ma dipende da tanti fattori come la stanchezza del mo-mento, la fiducia, la tensione».
Thuram è stato per Lautaro quello che Eto'o è stato per lei?
«Sempre con questi paragoni... (ride, ndr). Marcus è stato fondamentale per Lautaro. Ha giocato un campionato straordinario, oltre le mie aspettative Il primo anno in Italia non è facile. Si è trovato a meraviglia con Lautaro che pure si sa adattare a tutti i compagni di reparto. Aveva fatto bene anche con Icardi, Lukaku e Dzeko, ma Thuram è speciale perché sa aprire spazi, si alterna nellandare incontro o nel dare profondità, è generoso e forte fisicamente».
All'Inter resta la delusione contro l'Atletico Madrid
«Un peccato enorme perché ero convinto che l'Inter avesse il gioco, l'intensità e la maturità per andare fino in fondo anche in questa Champions è nata all'andata, con troppe palle gol sprecate. Al ritorno abbiamo fatto fatica nel secondo tempo e a questo livello poi paghi ogni dettaglio».
Dove colloca l'inter a livello europeo?
«Con le migliori».
Cosa pensa di Taremi?
«Esperto e vede la porta come pochi. Farà molto comodo».
Le piace Gudmundsson, che potrebbe passare dal Genoa all'Inter come lei nel 2009?
«Uno tosto, solido e duttile».
E con Carboni cosa farebbe?
«Da fuori dico che Valentin va tenuto perché stravedo per lui. Imprevedibile, giovane, ha potenzialità enormi. E diverso da tutti gli altri. Ma capisco che ci possano essere altre esigenze quando si gestisce un club».
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