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Milito: “Nessun problema con Ranieri. Non sono arrabbiato e non me ne vado”

Prima Serata su Inter Channel, alle ore 21, è stata anche occasione per Diego Milito di mettere alcune cose in chiaro, quando i tifosi gli hanno chiesto se è vero che, giocando poco, sceglierebbe di andarsene a gennaio: “Cose che ho...

Daniele Mari

Prima Serata su Inter Channel, alle ore 21, è stata anche occasione per Diego Milito di mettere alcune cose in chiaro, quando i tifosi gli hanno chiesto se è vero che, giocando poco, sceglierebbe di andarsene a gennaio: "Cose che ho sentito anch'io ma che non ho mai detto e che non sono assolutamente vere. Io sto bene qui, non ho problemi con nessuno, né con Ranieri né con nessun altro. Né sono arrabbiato quando non gioco: certamente può capitare che uno si arrabbi e non conosco un giocatore al mondo che non si arrabbi quando non gioca, uno vuole sempre essere in campo, ma detto questo sono un professionista, che viene al campo, che cerca di allenarsi al massimo e di dare il suo contributo, aspettando l'opportunità da parte dell'allenatore. E poi non dimentichiamoci che la cosa più importante è sempre il gruppo, non il singolo: questo lo voglio chiarire perché ultimamente ho sentito delle cose che non sono assolutamente vere: io sono felicissimo qui e mi alleno cercando di dare sempre il massimo. Ripeto, è normale che uno voglia sempre giocare: il giorno in cui non sentirò questo dentro smetterò di giocare, però voglio chiarire che non ho nessun problema con nessuno, né con il tecnico - con cui ho un grandissimo rapporto - né con altri".

Al Principe è stato poi chiesto se e tra quanti anni tornerà in Argentina: "Non lo so, non ci ho pensato - risponde -, sto benissimo qui, mi trovo benissimo, ho un contratto qui all'Inter fino al 2014 e spero di rimanere fino alla fine".

Si parla poi di un compagno speciale, Javier Zanetti: "Pupi è un amico, da tanti anni: abbiamo un grandissimo rapporto".

Altro argomento, il Pallone d'Oro, che Milito avrebbe senza dubbio meritato nel 2010, quando invece non fu neanche inserito nella lista dei papabili: "Ma l'importante è il gruppo, la squadra - dice oggi ripensando alla delusione di allora -. È ovvio che a qualunque giocatore piaccia vincere trofei del genere, a livello personale, ma noi nel 2010 la cosa più importante l'abbiamo fatta. Vincere il Triplete, come abbiamo fatto noi, rimarrà nella storia ed è questa la cosa più importante".