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Milito: “Studio per diventare allenatore. Mi sento ancora un giocatore”

Gianni Pampinella

Diego Milito è stato intervistato da Olé a poche ore dalla sua partita d'addio e ha parlato dei suoi progetti futuri

Diego Milito è stato intervistato da Olé a poche ore dalla sua partita d'addio e ha parlato dei suoi progetti futuri:

Ti senti un ex giocatore o non hai assimilato la cosa?

Non ho ancora "ucciso" il mio essere giocatore. Ma ho pensato un sacco a questa decisione. Ho bisogno di tempo per assorbire tutto, ma non ho nessun rimpianto per la decisione che ho preso.

Cosa farai adesso?

Mah, non potrò mai dire 'questo non lo farò', perché non si sa mai cosa ti riserva la vita. Sto facendo il corso per diventare allenatore e ciò mi motiva. Non escludo di lavorare al Racing con un altro ruolo.

Che allenatore saresti?

Mi piace il bel gioco, offensivo, poi bisogna sempre adattarsi ai giocatori che uno ha a disposizione.

Perché sei tornato al Racing?

Prima di tornare, molti mi dicevano: 'Tu sei pazzo, il Racing è tre punti sopra la zona retrocessione, rimani in Europa o vai altrove". Ma ho sentito che era il momento di tornare, l'ho sempre sognato. E oggi posso dire che è andata bene, grazie a Dio.

Dove vorresti fare la tua prima esperienza da allenatore?

Mi piacerebbe allenare il Racing, ma averci giocato non significa che sarò un buon tecnico.

Cosa ti piace passare il tempo?

Mi piace stare con i miei figli, li porto a scuola, ad esempio porto Leandro a suonare e non mi perdo una partita quando gioca nelle giovanili del Racing.

Tuo fratello non sarà ben accolto dai tifosi:

Lui lo sa, è il folklore che fa parte del calcio, a patto che tutto non sia fuori luogo. Anch'io ho vissuto questa esperienza nella sua partita d'addio, adesso tocca a lui!

(Olé)