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Alla luce di quanto accaduto, pensa servano punizioni più severe?
"Quanto accaduto deve farci riflettere sulla necessità di rendere ancora più efficaci le sanzioni per colpire i singoli responsabili di questi atti inaccettabili. Vanno individuati strumenti che, oltre alla chiusura degli stadi e delle curve, rendano ancora più incisiva la risposta dello Stato verso gli autori di questi gravissimi gesti. Anche in considerazione del fatto che la decisione di sospendere una partita potrebbe scontare la difficoltà dei possibili riflessi sulla sicurezza e sull’ordine pubblico".
È in contatto con Figc e Leghe?
"Il dialogo è costante, abbiamo già sottoscritto e reso operativo un significativo protocollo contro l’antisemitismo e il razzismo. Ma ho intenzione di fare anche altro. Ho già sentito il collega Abodi. Nei prossimi giorni organizzeremo un nuovo incontro con tutto il mondo del calcio. Atleti, club, tifosi, operatori del settore hanno il diritto di andare avanti senza essere condizionati da singoli o gruppetti di criminali razzisti".
Crede che il razzismo oggi sia un problema culturale?
"Anche, per questo bisogna agire sul fronte della prevenzione per combattere i fenomeni di razzismo, in particolare in ambito culturale ed educativo, in sinergia con il mondo della scuola e dei media".
E dal punto di vista del Ministero dell’Interno come state pensando di agire?
"Sul piano della repressione, dobbiamo sviluppare ogni ulteriore sforzo possibile per l’immediata identificazione di questi soggetti, in modo da infliggere sanzioni e pene severe a chi si macchia di atti di razzismo".
Quindi ritiene più giusto concentrarsi sui colpevoli che si nascondono dietro alla massa piuttosto che colpire un intero stadio o un settore?
"Il mondo dello sport interessa un vasto pubblico che non deve essere penalizzato dal gesto di singoli".
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