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Mirabelli: “Gli agenti decidono cose che non dovrebbero. Più potere alle squadre”

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Le parole del dirigente: "Ci sono procuratori che cercano di sostituirsi ai direttori sportivi, proponendo giocatori che però non sono stati visionati"

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni di TMW, Massimiliano Mirabelli, ex dirigente del Milan, ha parlato così dell'importanza dello scouting, soffermandosi anche sullo strapotere degli agenti: "Lo scouting mi ha fatto capire che anche dai campionati minori, grazie a un'organizzazione difficile da fare, si riescono a trovare grandi giocatori, che vanno conosciuti sul campo. L'importante è sbagliare il meno possibile, anche se poi tutti sbagliano. Il reparto scouting dovrebbe essere il cuore pulsante delle società. Ci sono procuratori che cercano di sostituirsi ai direttori sportivi, proponendo giocatori che però non sono stati visionati dai dirigenti. Serve un metodo di lavoro dove si va a conoscere ciò che vuoi prendere.

Questo ammazza un po' lo scouting e in Italia siamo indietro sotto questo punto di vista. All'estero l'età media infatti è più bassa. Se vogliamo salvare il calcio ci dobbiamo dare una regolata, ci sono numeri importanti sulle perdite e ciò che esce dal sistema calcio. Poi ci dobbiamo chiedere perché le proprietà italiane vanno via. Dobbiamo mettere delle regole e mettere le società al centro del calcio, gli agenti oggi decidono cose che non dovrebbero decidere. Servirebbe un po' di rispetto per le società, non solo in questo momento di crisi. Se vogliamo far sì che il pallone non si sgonfi dobbiamo mettere delle regole, le società devono essere al centro del progetto calcio. Quando un agente propone i propri giocatori la società deve conoscerlo bene e qui torniamo a parlare dello scouting".

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