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Momento più nero che azzurro. L’Inter sceglie tre facce per tenere tutti su

Eva A. Provenzano

Una sconfitta nel derby non è mai semplice da digerire. E i tre gol che ieri il Milan ha rifilato all’Inter fanno male, malissimo, agli interisti che stanno vedendo la loro squadra crollare dopo averla vista in alto, forse molto più in...

Una sconfitta nel derby non è mai semplice da digerire. E i tre gol che ieri il Milan ha rifilato all'Inter fanno male, malissimo, agli interisti che stanno vedendo la loro squadra crollare dopo averla vista in alto, forse molto più in alto rispetto alle aspettative di inizio campionato. E' lunedì mattina e andare in ufficio o a scuola è stato tremendamente difficile, si può sfoderare solo la consolazione di cui ieri parlava la Curva Nord nella coreografia che ha introdotto la sfida con i rossoneri: certi colori restano tuoi comunque, sempre, anche nelle giornate storte e rinnegarli è un po' andare contro se stessi. La società di Corso Vittorio Emanuele intanto sceglie di metterci tre uomini in primo piano dopo la debacle del Meazza: Mancini, Zanetti e Stankovic. Cinque punti nelle ultime sei partite è una media da disastro e ci vogliono vecchie facce nerazzurre - le nuove al momento forse non sono ancora abbastanza - per provare a tenere su un po' tutti. Sull'home page di inter.it ci sono i due dirigenti e l'allenatore e in particolare tre frasi chiave pronunciate ieri sera dai tre dopo la partita: 

- "Piedi per terra e lavorare"; 

- "Ci dispiace per i tifosi"; 

- "Uniti per reagire". 

Come a darsi una ricetta, come a dire è quello che faremo, come a ricordare a tutti che è un'altra tempesta, ma se ne esce se si torna a volare basso, se ci si immerge in un bagno di umiltà e se si ricorda il significato della parola insieme, quella che aveva aiutato tanto nella prima parte della stagione, quando ogni vittoria veniva celebrata "epicamente". Per farlo però serve ricominciare a camminare, correre, innanzitutto ricordarsi che certi colori è un privilegio indossarli, perché sono più belli di un sogno, anche in quelle serate in cui servirebbe il tasto reset.