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Mondellini: “San Siro? Hospitality e posti corporate il fattore chiave. Inter e Milan pensano che…”

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Il direttore di Calcio e Finanza ha parlato della questione stadio nello speciale dedicato all'impianto milanese da DAZN
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Luciano Mondellini, direttore della testata on line Calcio & Finanza, ha parlato dello stadio di San Siro nella puntata della serie, realizzata da DAZN, 'Stadi 5.0' condotta da Pierluigi Pardo e Federica Zille.

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«San Siro ha più problemi rispetto ad altri stadi. C'è innanzitutto un valore effettivo. Per i milanesi è un ricordo dell'infanzia, il mio primo ricordo è papà che vuole farmi vedere Facchetti e io che mi aggrappo a lui perché entro e vedo il buco di San Siro, vedo e mi spavento. E poi ha questo valore mitico nella storia del calcio. Il punto è che stando a chi ha ideato una ricostruzione di San Siro che è WeBuild è come se una famiglia ha un palazzo nobiliare da mantenere e ristrutturare. Manutenzione e ristrutturazione costerebbe di più che costruirne uno nuovo e renderebbe meno. Se la famiglia ha questo afflato affettivo lo può fare altrimenti non sarebbe razionale. Siccome Inter e Milan sono in mano a due proprietà molto razionali che sono anche americane la via maestra sembra quella del nuovo Meazza», ha sottolineato il giornalista.


«Il sindaco Sala ha detto che aspetta marzo il piano delle due proprietà e da lì bisognerà ancora entrare in un meccanismo comunque lento, iniziato nel 2019. È una cosa sulla quale la città di Milano nota per essere molto efficiente ci sta perdendo un po' di tempo».

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I ricavi

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«Il primo anello di San Siro è del 1926 e allora non si pensava a hospitality e corporate. Quindi è evidente che il primo anello è vetusto e quelle aree vengono scavate in interstizi. Inoltre Milan e Inter pensano che a Milano, che ha valore superiore ad altre città, ci sono aziende e core finanziario e quindi è più facile fare hospitality e corporate. È un fattore di mercato», ha aggiunto il direttore di C&F.

(Fonte: DAZN)