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Mondellini: “Inter piena di debiti, Milan no. Suning e Elliott, le differenze”

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Il direttore di Calcio e Finanza fa il punto sulle proprietà di nerazzurri e rossoneri, tra analogie e differenze

Fabio Alampi

Luciano Mondellini, direttore di Calcio e Finanza, in un'intervista concessa a Tuttosport ha spiegato analogie e differenze tra Suning ed Elliott, proprietari di Inter e Milan.

Iniziamo con i rossoneri.

"Elliott è uno dei fondi più importanti a livello mondiale. L'obiettivo è quello di massimizzare il ritorno di un investimento. Sono subentrati a Yong Hong Lee e hanno eseguito subito un'operazione di pulizia: i rossoneri oggi non hanno debiti. La politica è quella di valorizzare i giovani e di non andare oltre con certi ingaggi. Nel medio termine vorranno vendere la società e realizzare una plusvalenza. Più o meno sono già stati investiti circa 800 milioni, da cui ne vanno detratti 130 perché già rimborsati. Ergo: chiederanno almeno un miliardo per la cessione del club".

Proseguiamo con i nerazzurri.

"Suning ha comprato l'Inter anni fa, investendo anche più di 800 milioni, è normale che chiedano un miliardo. Ma oggi la società è piena di debiti. Un ulteriore problema arriva con gli interessi, di 25-30 milioni l'anno, il che significa che questi soldi non vengono destinati al calciomercato, tanto per capirci".

Un fattore però accomuna le due proprietà.

"Entrambe aspettano l'ufficialità dello stadio e sono transeunte. Un conto è vendere uno stabilimento nuovo di pacca, un altro uno che è storico, ma non all'avanguardia. Elliott incasserà praticamente tutti i profitti della vendita del Milan. Suning no: il compratore dell'Inter dovrà sobbarcarsi i debiti della società nerazzurra. È come col mutuo di una casa. Le cessioni potrebbero essere imminenti dopo l'ok per lo stadio, ma potrebbero anche decidere di aspettare i proventi del nuovo impianto".

L'Inter ha da poco emesso un altro bond. Qualora Zhang non ripagasse i debiti, la società passerebbe a Oaktree.

"A un altro colosso della finanza mondiale. Cioè a professionisti che hanno una visione oculata, che vorranno trarre profitto dalla futura cessione del club, vedi Elliott".

L'Inter agisce in modo diverso sul mercato.

"I nerazzurri stanno facendo la stessa operazione del Milan, cioè hanno caricato sul bilancio di fine 2021 tutti i costi possibili ed immaginabili, registrando un rosso record. Vogliono ora iniziare un percorso virtuoso, così l'azienda varrà di più. Ma dopo le cessioni di Lukaku e Hakimi, anziché spendere 50 milioni per un'altra punta, hanno messo sotto contratto il 35 enne Dzeko, puntando sulla competitività attuale della squadra".

Però adesso è arrivato Gosens.

"Il tedesco è un prestito, non impatta a bilancio. Ora verranno pagati sei mesi di stipendio, la prossima stagione quello seguente annuale, ma solo dal primo luglio del 2023 andrai a saldare l'acquisto del cartellino. Quindi la società potrà programmare bene come muoversi. Marotta e Antonello sanno come agire nei loro rispettivi campi".

L'aver caricato i costi nell'esercizio del 2021, può essere una scelta in previsione del futuro Fair play finanziario?

"Si tratta di una lettura che ci può stare. È come passare col semaforo rosso col vigile che ti consente di farlo, senza darti la multa. La finanza vive di opportunità".

Cosa dovrebbe pensare oggi un tifoso di Milan e Inter?

"Elliott ha una razionalità economica che punta al profitto dell'investimento. Per Suning è un discorso diverso. Se il governo cinese chiudesse ulteriormente i boccaporti, la situazione non sarebbe bellissima. Ma credo che non farebbero mai morire l'Inter. Il blasone dei nerazzurri è una valvola di sicurezza, non potrebbero mai fare la fine dello Jiangsu anche solo per il ritorno d'immagine pessimo che ne scaturirebbe".

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